Lapidazione di santo Stefano. lapidazione di Santo Stefano

dipinto ca 1515 - ca 1520

Il dipinto raffigura santo Stefano in ginocchio di profilo a destra con le mani giunte. Sullo sfondo un paesaggio collinare con fortificazioni e, a destra, quattro personaggi tra cui uno nell'atto di lanciare una pietra; tra di essi si riconosce anche san Paolo che assiste alla scena di martirio

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Previtali Andrea (1480 Ca./ 1528)
  • LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola giunse al Museo con la collezione Bernasconi, nella quale era entrata in anni compresi tra il 1851 ed il 1870, per acquisto dal duca di Modena (Ferrari 1871), con una attribuzione lusinghiera a Giorgione. Il dipinto, restaurato forse l’ultima volta nel 1963, a giudicare dalla documentazione fotografica conservata presso l’archivio del Museo, non è in buone condizioni di leggibilità a causa di passate vicissitudini conservative. Il supporto è assottigliato e parchettato fittamente mentre la presenza intermittente di una sottile linea rossa lungo il profilo superiore e quello destro lascia supporre che non sia stato rifilato. Puliture violente hanno consunto la pellicola pittorica soprattutto nel fondo mentre le reintegrazioni in alcuni punti falsano la percezione dell’originale (per esempio nel volto del santo, il cui profilo un poco bolso è frutto di un fraintendimento, o nelle maniche della veste). La lusinghiera paternità con cui l’opera era accolta presso la collezione Bernasconi fu presto revocata in dubbio e, dopo alcune incertezze documentate da pareri raccolti nell’archivio del Museo in favore di Cariani, Catena o della scuola di Lotto, fu spostata su Andrea Previtali. Malgrado le difficoltà di interpretazione poste da un dipinto tanto manomesso è abbastanza evidente che si tratta di un’opera matura del pittore bergamasco, che doveva essere di bella qualità, come avvisa ancora la figura del santo, con la lacca della dalmatica plasmata dalle dita, e con le bordure dorate vibranti di riflessi. Proprio di Previtali è anche il tono del racconto, non drammatico e concitato ma quasi sospeso, con i carnefici lontani e tra essi san Paolo, che osserva quieto reggendo il mantello. La figura del martire è esemplata su quella – di maggiori dimensioni – del santo diacono a mezza figura che compare sulla destra della "Sacra famiglia" in collezione privata a Bergamo (Lucco 2001, pp. 122-123), parentela ancora più esplicita prima che il restauro confondesse l’andamento delle pieghe delle maniche, che alcune vecchie foto d’archivio rivelano invece assolutamente identico. La "Sacra famiglia" pervenne alla raccolta Moroni nel 1838 per lascito testamentario di don Giovanni Mosconi (Bergamo, Archivio Moroni). Il personaggio che compare nella tavola Moroni in veste di diacono, dal volto tanto caratterizzato da parere un ritratto è, almeno a giudicare dalle riproduzioni fotografiche, lo stesso uomo che compare in vesti di donatore nella piccola "Madonna con il bambino e donatore" passata a Lucerna nel 1944 (Meyer zur Capellen 1972, p. 173 n. 35). Sarebbe suggestivo, e costituirebbe una pista di indagine inedita, supporre che si tratti di un membro della famiglia Mosconi. In ogni caso, dal ristretto punto di vista offerto dal "Martirio", questi rapporti servono semplicemente a suggerire una cronologia relativa, poiché è ragionevole immaginare che l’immagine generica del martire segua quella, più specifica, elaborata per il ritratto. In termini di cronologia assoluta invece una pallida eco dell’analoga scena dipinta da Lotto per la predella della pala di San Bartolomeo a Bergamo, visibile nella postura dell’aguzzino che si prepara a scagliare il sasso, induce a datare la tavolina alla fine del secondo decennio, quando il bergamasco iniziava appena ad essere toccato dalle opere del grande veneziano. (da Emanuela Daffra 2010, p. 430)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717758
  • NUMERO D'INVENTARIO 1453
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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