Allegoria dell'Astronomia
stampa di riproduzione
ca 1780 - ca 1789
Lefebre Valentin (1637-1677)
1637-1677
De Pian, Giovanni Maria (1759-1825)
1759-1825
Daniotto, Giuseppe (1741/ 1789)
1741/ 1789
Personaggi: allegoria dell'Astronomia; Geni. Oggetti: compasso, globo armillare; bastone astronomico; libri
- OGGETTO stampa di riproduzione
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MATERIA E TECNICA
carta/ acquaforte
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ATTRIBUZIONI
Lefebre Valentin (1637-1677)
De Pian, Giovanni Maria (1759-1825)
Daniotto, Giuseppe (1741/ 1789)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO Via Balbi 10, Genova (GE)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La stampa reca in basso le indicazioni "Le Febre pinx.", "G. dal Piano del." e "G. Daniotto scul.", che consentono di identificare rispettivamente il pittore autore del modello originario, il disegnatore e l’incisore. La firma "Le Febre" è riferibile a diversi artisti attivi tra XVII e XVIII secolo, tra cui Claude Lefèbvre, ritrattista francese; Roland Lefebvre, pittore fiammingo attivo tra Padova e Venezia nella metà del Seicento; e Robert Lefèvre, pittore neoclassico francese. Tuttavia, per ragioni cronologiche, geografiche e stilistiche, la personalità più plausibilmente identificabile con il "Le Febre" qui menzionato è Valentin Lefèvre, artista fiammingo attivo a Venezia, noto per la sua attività di pittore e incisore. Sebbene i dipinti oggi noti di Lefèvre siano pochi, la natura della presente stampa lascia supporre come plausibile un modello pittorico oggi non identificato. Le iscrizioni suggeriscono infatti una derivazione diretta da un dipinto, probabilmente realizzato durante il soggiorno veneziano dell’artista. È del resto ben documentato che Lefèvre operò a Venezia negli anni Sessanta e Settanta del Seicento, a contatto con ambienti aggiornati sul linguaggio di Veronese e sul classicismo barocco romano. La stampa costituisce quindi una rara testimonianza della fortuna visiva e della ricezione dell’invenzione pittorica di Lefèvre, e va letta come documento di quella sopravvivenza figurativa nel contesto veneziano di fine Settecento. Considerando che Giovanni Maria de Pian e Giuseppe Daniotto furono attivi nella seconda metà del Settecento, e che l’incisore morì entro il 1789, la stampa può essere datata con buona probabilità agli anni Ottanta del XVIII secolo. A rafforzare questa ipotesi contribuisce anche la forma della firma adottata dal disegnatore, "G. dal Piano", meno attestata rispetto alle forme più ricorrenti "Gio. de Pian" o "del Pian" utilizzate nei fogli più maturi, e che potrebbe indicare una fase ancora giovanile o iniziale della sua attività grafica. Pur tenendo conto delle mediazioni intervenute nella trasposizione - la rielaborazione disegnativa di De Pian e la conversione in linguaggio incisorio - è possibile individuare plausibili assonanze stilistiche con diversi fogli grafici di Lefèvre recentemente pubblicati da Ruggeri (1988). Tra i diversi confronti possibili, si segnalano in particolare alcune corrispondenze significative: la figura principale richiama per postura e struttura corporea la Venere nel disegno Venere e Adone degli Uffizi (inv. 17254 F), in particolare per la linea continua tra collo e volto, lo sguardo ascensionale e i tratti pieni del volto. Soluzioni affini si ritrovano anche nell’Assunzione della Vergine (GDSU, inv. 9985 F), nella figura che volge il capo verso l’alto, dove si riconoscono affinità puntuali nella costruzione del volto e del naso, simili a quelle della figura allegorica della stampa; così come nelle figure femminili presenti in Rebecca ed Eliezer al pozzo (Ruggeri, 1988, fig. 42) o nella copia dal Veronese del dipinto Giunone elargisce doni a Venezia (Paris, Musée du Louvre, Cabinet des Dessins, inv. 20.042), accomunate, inoltre, da una simile monumentalità e da panneggi ampi, cadenti in larghe pieghe scolpite. Anche la maniera di delineare mani e piedi appare coerente con il repertorio grafico attribuito a Lefèvre, e rappresenta un ulteriore elemento utile nel rafforzare il confronto. Il linguaggio visivo restituito dalla stampa, pur nella sua duplice mediazione settecentesca, mostra consonanze evidenti con la produzione nota dell'artista fiammingo, improntata a una monumentalità barocca costruita su modelli classici, in particolare veronesiani. Questi riferimenti furono da lui direttamente studiati e reinterpretati attraverso l’incisione, come dimostra la serie "Opera Selectiora..." (1682 ca.), in cui Lefèvre tradusse in forma grafica celebri dipinti di Paolo Veronese e Tiziano, affinando una grammatica visiva monumentale e teatrale che traspare anche nei suoi fogli d’invenzione. In assenza dell’opera originale, la stampa offre dunque un’importante testimonianza indiretta della sua attività pittorica, altrimenti scarsamente documentata
- TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700380681
- NUMERO D'INVENTARIO PAL-GE.INV. 5500
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Reale di Genova
- ENTE SCHEDATORE Palazzo Reale di Genova
- ISCRIZIONI Al recto: in fondo - Le Febre Pinx. G. dal Piano del. G. Daniotto Scul - stampatello maiuscolo/ stampatello minuscolo -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0