Giochi di corte

cofanetto,

Cofanetto rettangolare a destinazione nunziale di epoca rinascimentale, rivestito con intarsi e alcune placchette figurate. La particolare disposizione degli elementi decorativi deriva dal fatto che la cassettina fu appositamente predisposta per l'inserimento di due tavolette di arte gotica francese, che si trovano applicate sul lato lungo anteriore. Da notare è infatti il particolare completamento della facciata anteriore con l'inserimento, tra le due lastrine, di uno spicchio di osso quattrocentesco con la figura di un giovane che si arrampica su un albero e un motivo decorativo a fiore nel quale si apre il foro della serratura. Nella tavoletta di sinistra è rappresentata una variante del gioco di corte della "mano calda", mentre in quella di destra è riprodotto il gioco della "rana". In entrambe le raffigurazioni la dama vicino al giocatore protagonista sembra prendere le sue difese. Ambedue le tavolette presentano in alto una decorazione ad archetti trilobati, sormontati da cuspidi ornate di crochets; in tutti gli spazi di risulta sono intagliati trifogli e l'estremo bordo superiore è ornato da una fila di perline. Le altre facce del cofanetto sono rivestite con i caratteristici intarsi "alla certosina". Sul coperchio una lastrina con motivo vegetale e due insegne lisce

  • OGGETTO cofanetto
  • MATERIA E TECNICA avorio/ intarsio
    legno/ intarsio
    tartaruga
    osso colorato
    osso naturale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di Ravenna
  • LOCALIZZAZIONE Monastero benedettino di San Vitale (ex)
  • INDIRIZZO via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il cofanetto doveva avere una destinazione nunziale, in quanto le insegne lisce sul coperchio avrebbero dovute essere completate dipingendovi lo stemma delle famiglie degli sposi. Le due placchette scolpite inserite nella faccia anteriore del cofanetto sono più antiche e originariamente erano destinate ad essere unite per formare le ante di un "carnet" (libretto) d'avorio per la scrittura. Si tratta di un particolare genere di produzione caratteristico dell'arte gotica francese: un prezioso oggetto con funzioni sia pratiche che di decoro personale, formato da due o più "tablettes à écrire". Questo tipo di lastrine, sulla faccia esterna corrispondente alla copertina veniva istoriato con raffigurazioni, per lo più di tipo cortese; sul retro compare spesso (anche in uno dei due pezzi smontati per il restauro) una particolare lavorazione a cerchio a bassissimo rilievo, della quale non è ancora chiara la funzione. Tra le due ante, legate con strisce di pergamena incollate nello spessore, venivano collocate una o più lastrine lisce con cornice appena rilevata predisposte in maniera da ottenere una maggiore aderenza per ricevere uno strato di cera, sul quale scrivere con un'asticciola appuntita. Le tavolette impiegate nel cofanetto, piuttosto rare e particolarmente raffinate, sono databili al secondo quarto del XIV sec., e presentano la raffigurazione di alcuni dei cosiddetti "giochi di corte", i raffinati svaghi delle società nobiliari. Il cofanetto, considerato nel complesso degli elementi che lo compongono, appare senza dubbio un oggetto singolare, certamente eseguito su commissione per valorizzare le due preziose placchette gotiche: anche i materiali utilizzati per l'intarsio, fra i quali compare la rara tartaruga, sottolineano la sua particolarità. È da notare come la montatura quattrocentesca delle due lastrine francesi denoti non solo un'antica penetrazione in area italiana, ma anche la cura e l'interesse per questo tipo di materiali, dei quali è stata fraintesa o trascuratala destinazione pratica per esaltarli come oggetti di lusso, che di fatto fu comunque il loro intento principale. La rappresentazione dei "giochi di corte" non è molto comune sugli avori. Vi sono esemplari simili conservati al Louvre (PARIS 1981-1982 n. 156), al British Museum di Londra (KOECHLIN 1924 nn. 1197) e al Musée des Beaux-Arts di Lyon (KOECHLIN 1924 n.1198), ma fra tutte queste rappresentazioni l'avorio di Ravenna si distingue per la precisione dell'intaglio, l'eleganza e la raffinatezza della realizzazione. Gli intagli attribuibili al sec. XV sono pochi, ma di un certo interesse iconografico. Nella placchetta della facciata infatti, realizzata con notevole cura, si individua un costume caratteristico del Quattrocento, e si riconoscono elementi stilistici vicini alle realizzazioni della "Bottega a tratteggi" e della "Bottega delle storie di Susanna 2". Il tipico motivo cortese dell'iconografia richiama inoltre analoghi aspetti della cultura ferrarese contemporanea, all'interno della quale ben s'inquadra l'interesse per i raffinati materiali francesi e le scene in essi rappresentate. Colpisce soprattutto l'iconografia della lastrina centrale, in cui un giovane si arrampica su di un alberello, formulato secondo un simmetrico gioco di pomi e foglie dentellate, degno del pomario del giardino d'Amore gotico-cortese: esso richiama lo stesso tema che in forma di amorino, con altri, si vede nella tipica produzione ingobbiata e graffita "estense" dell'ultimo quarto del XV secolo. L'insieme dei motivi presenti su questo inusuale cofanetto rimanda quindi alla cultura del terzo quarto del Quattrocento, e molto probabilmente all'area ferrarese come luogo di produzione. Inoltre, elementi tecnici sulla datazione del materiale ligneo emersi durante le operazioni di smontaggio e restauro del 1990 permettono di fissare un termine post quem nell'anno 1438
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635524
  • NUMERO D'INVENTARIO Museo Nazionale di Ravenna RCE 1032
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Museo Nazionale di Ravenna
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA scheda catalografica (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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