Cristo crocifisso

croce dipinta, ca 1240 - ca 1260

La croce è costituita da due tavole principali: la prima comprende il suppedaneo e il corpo centrale della croce fino ai bracci (esclusi); la seconda comprendei bracci della croce fino alla cimasa. L'aureola del cristo è rilevata ed èdecorata con finti chiodi. Traversature lignee nel retro. La croce è fornita di tabellone e di terminazioni quadrangolari alle sue quattro estremità. Cristo è rappresentato morto (Cristo patiens), con la testa reclinata sulla spalla sinistra; il corpo, leggermente arcuato, è coperto solamente da un perizoma ed è trafitto da quattro chiodi. Alle due estremità del braccio orizzontale sono rappresentati, in posa speculare, due arcangeli a mezza figura,vestiti col loro se con la mano destra nella posa dell'intercessione. Sul tabellone, ai due lati del Cristo, sono rappresentati a figura intera Maria Vergine e San Giovanni evangelista in atteggiamento dolente

  • OGGETTO croce dipinta
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera/ argento a foglia
  • MISURE Altezza: 152
    Larghezza: 140.5
  • AMBITO CULTURALE Ambito Pisano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale di S. Matteo
  • LOCALIZZAZIONE Museo Nazionale di S. Matteo
  • INDIRIZZO Piazza San Matteo in Soarta, 1, Pisa (PI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il riferimento di Supino (1894) e Bellini Pietri (1806) a scuola pisana del XIII secolo è stato sostanzialmente accolto dalla critica. Sirèn (1914) lo annoverava tra le opere eseguite nella bottega di Giunta. Secondo Vigni (1950), l'autore dovrebbe aver attinto (per vari particolari come la posizione del corpo, le gambe, il perizoma, le mani e la testa del Cristo) al Crocifisso del Museo di San Gimignano attribuito a Coppo di Marcovaldo, ma anche a modelli lucchesi come dimostrerebbero le figure dei dolenti. Questi riferimenti a modelli diversi attesterebbero, secondo Vigni, che siamo in presenza di una personalità modesta che applicava i vari modelli appresi nelle botteghe pisane. L'opera va comunque riferita agli inizi del XIII secolo (Burresi-Caleca 1993). L'opera, di provenienza incerta, può forse essere identificata con la croce dipinta, già nella chiesa di San Giovannino dei Frieri che, dopo la soppressione napoleonica delle congregazioni religiose (1810), fu esposta nella raccolta di antichità pisane allestita, con la supervisione del conservatore Carlo Lasinio, nella cappella Dal Pozzo del Camposanto. Alla fine del secolo XIX fu esposta nel nuovo Museo civico. Le caratteristiche iconografiche enfatizzano l'aspetto del Sacrificio divino, attraverso la rappresentazione del Cristo morto e dell'aspetto addolorato della Vergine e di san Giovanni. La presenza dei due arcangeli abbigliati con il loro, la veste dei dignitari di corte bizantini, richiama per converso l'aspetto del Cristo come Signore e Giudice universale. Buona parte degli studiosi riconduce l'opera all'attività del cosiddetto "maestro della croce di Castelfiorentino", un pittore formatosi nell'ambito di Giunta che mostra punti di contatto anche con l'attività di Enrico di Tedice. Con quest'ultimo autore le affinità sono evidenti soprattutto nella resa dei dettagli fisionomici e anatomici
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900406029
  • NUMERO D'INVENTARIO 5721
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2001
    2002
    2007
  • ISCRIZIONI cimasa - IHXS NAZARENUS REX IUDEORUM - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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