Sant'Equizio. Santo

dipinto, ante 1613 - ante 1613

Il santo è rappresentato a tre quarti di figura, in posizione obliqua. In abito monastico (saio scuro e bastone), ha tra le mani il modello della città dell'Aquila, in particolare, il lato nord occidentale, con la monumentale Porta Barete e la collegiata di San Lorenzo di Pizzoli, dove le spoglie del santo furono traslate nel 1461. L'edificio, imponente, triabsidato, con una fontana antistante, versava già in condizioni di degrado, quando fu completamente distrutto dal terremto del 1703

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Bedeschini Giulio Cesare (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale d'Abruzzo
  • LOCALIZZAZIONE Forte Spagnolo
  • INDIRIZZO via Castello, L'Aquila (AQ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dopo la controriforma si diffonde nuovamente il culto per le reliquie dei santi e la particolare attenzione per le Chiese che le contengono. Allo stesso modo, la formula iconografica della “dedicatio” ovvero l’offerta di un modellino della città alla divinità, per intercessione di un Santo, torna in auge, laddove il fervore devozionale è affiancato da un impegno sociale ed attivo nella vita della comunità cittadina. In questo nuovo spirito va considerata la serie dei 4 Santi Protettori della città dell'Aquila, di cui quest’opera fa parte:San Massimo, San Bernardino da Siena, San Celestino V e San Equizio (vecchie schede di Ferdinando Bologna, nn da 940 a 943). E’ registrata nell'inventario manoscritto delle opere del Museo Dio cesano, successivamente consegnata in deposito alla Soprintendenza e collocata nel Museo Nazionale (Opere ..., 1966). Non ne è stata accertata l'ubicazione originaria. Come ha già notato il Moretti (1968), questa opera fa parte di una serie ed è, tra quelle note , una delle migliori. Infatti, dei quattro ritratti, se ne conservano numerose copie, alcune di mano dello stesso Bedeschini, altre della bottega; una copia pregevole fu conservata presso il Palazzo vescovile fino al 6 aprile 2009. I quattro dipinti sono databili tra il 1607 e il 1613, ovvero ai primi anni dell'attività del pittore, subito dopo il periodo di formazione a Roma. Evidenti sono i legami stilistici che quest'opera presenta nei confronti della pittura toscana coeva ed in particolare è chiara la vicinanza con l'opera del Cingoli, di cui fu allievo nella capitale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300026578
  • NUMERO D'INVENTARIO 207
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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