Madonna del latte. Madonna con Bambino

dipinto, 1250 - 1299

L'opera è formata da un'unica tavola di pino sulla quale è inestato il tondo che incornicia il capo e costituisce l'aureola della Madonna. La Vergine è raffigurata in trono, mentre sostiene sulle ginocchia il Bambino benedicente che sugge al Suo seno. L'ascensione verticale è accentuata dal linearismo dei motivi deorativi presenti sulle vesti e sul manto blu della Madre. Raffinate bordure decorano le ampie maniche e la sobria scollatura, alleggerendo visivamente l'imponenza della bidimensionalità sacrale della figura. Il volto della Vergine, costituito da un ovale perfetto e trattato con delicata modulazione delle ombre, è impreziosito da una ricca corona. Il rilievo simbolico che acquisisce il Bambino risiede tutto nella Sua gestualità, sottolineata dalla cromia a contrasto rosso-verde che illumina le vesti

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno di pino/ pittura
  • MISURE Profondità: 4 cm
    Altezza: 219 cm
    Larghezza: 73 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Abruzzese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Nazionale d'Abruzzo
  • LOCALIZZAZIONE Forte Spagnolo
  • INDIRIZZO via Castello, L'Aquila (AQ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'Abruzzo medioevale fu scarsa la produzione iconica. La ragione va ricercata nella scomparsa, all'interno delle chiese, dell'iconostasi, come anche nella straordinaria fioritura della scultura lignea che, con il suo volume reale, offriva quel naturalismo tanto amato dalla devozione popolare. Tipologicamente l'opera qui analizzata si può avvicinare alla Madonna di Sivignano, databile al 1275 - 1285, rispetto alla quale, però, le concessioni ad un gusto più popolare, come anche l'addolcimento dei lineamenti del viso, ne mitigano l'austera sacralità. La Madonna del latte di Montereale si mostra come un interessante elemento artistico contestualizzato all'interno di un tessuto culturale, quale quello abruzzese, svincolato per lo più dal linguaggio figurativo bizantino cui di certo guarda l'autore della tavola pur denunciando, però, un'attenzione rivolta alla sensibilità estetica di gusto più pronunciatamente autoctono. A dispetto della sua rilevanza iconografica, stilistica e simbolica, l'opera ha avuto una storia critica piuttosto modesta. Scoperta solo negli anni Sessanta del Novecento da De Logu, citata da Matthiae e da Pace, è stata studiata anche da Bologna, il quale la mette in relazione con la Madonna di Montevergine. Recentemente, studi approfonditi condotti da Lucia Arbace evidenziano come il primato della Madonna di Montereale sulle tavole di iconografia affine non appare discutibile, dato lo scarto qualitativo notevolissimo. Le relazioni suggerite con altre testimonianze pittoriche in Abruzzo, databili per lo più a partire dalla metà del Duecento, aiutano a collocare la datazione dell'opera qualche tempo prima se non agli inizi del secolo, collegabile in qualche modo alla cultura bizantina che si sarebbe diffusa conseguentemente all'assedio di Costantinopoli del 1204. E' stato notato anche come questa particolare iconografia, stabilisca un modello rintracciabile nella Madonna Regina allattante di Filetto e nella Madonna del latte firmata da Gentile da Rocca e proveniente da Santa Maria ad Cryptas a Fossa
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300282655OA
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
  • DATA DI COMPILAZIONE 2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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