Ballo sull'aia. Bambocci che ballano il girotondo

dipinto ca. 1763 - ca. 1773

Il dipinto, a olio su tela, è opera di Enrico Albrici e raffigura una sce\nna di genere con bambocci che ballano il girotondo. Di formato rettangolare orientato in orizzontale, è dotato di una cornice di epoca moderna.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Albrici Enrico; Bocchi Faustino (; Già Attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo e Giardini Moroni
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Moroni
  • INDIRIZZO Via Porta Dipinta, 12, Bergamo (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE In un piccolo borgo, un gruppo di bambocci danza e balla il girotondo, mentre altri suonano strumenti musicali. In primo piano, sulla sinistra, il pittore ha inserito un dettaglio comico: un bamboccio approfitta del clima di festa e dell¿euforia generale per ubriacarsi bevendo da una grande bo\ntte di vino. Pubblicato per la prima volta da Mariolina Olivari nel 1990 con la corretta attribuzione a Enrico Albrici, che sostituì quella a Faust\nino Bocchi, il dipinto apparteneva alla collezione Oldfield e fu venduto da Sotheby¿s a Londra il 19 gennaio 1966, per poi comparire sul mercato a\nntiquario bergamasco. A Londra l¿opera era stata venduta con il suo pend\nant, raffigurante ¿L¿arrivo della Dama sulla gallina¿, da cui già n\nel 1990 risulta essere stato separato (il pendant fu registrato infatti presso la galleria bergamasca Previtali). Una copia del dipinto con varianti si conserva al Museo di Novara. Nato a Vilminore in Val di Scalve nel 1714, Enrico Albrici si formò inizialmente (1731-33) presso la bottega di Fe\nrdinando Cairo a Brescia, per poi proseguire la propria carriera in autonomia. Attivo soprattutto in città, ma anche in Valminore e Valcamonica, si\n specializzò inizialmente in monocromi. All¿attività bresciana dell¿\nartista risale la conoscenza di un nuovo genere pittorico, che non ebbe sviluppi al di fuori della Lombardia e che avrebbe determinato la sua fortuna: la bambocciata di nani. Per un secolo e mezzo la pittura di nani, che tra Sei e Settecento ebbero una popolarità figurativa senza precedenti, co\nstituì l¿unico linguaggio sistematico e concluso della satira in pittur\na, legato al gusto del capriccio bizzarro, dello sberleffo e dello scherzo bonario. Iniziatore del genere fu Faustino Bocchi (1659-1741), allievo di Angelo Everardi detto Fiammenghino. In una lettera del 9 aprile 1761, spedita da Brescia e oggi in Accademia Carrara, Albrici si rivolse all¿inte\nnditore e collezionista (forse anche mercante) bergamasco Ludovico Ferronati, raccontando di essere importunato da un veronese per la sistemazione di due dipinti raffiguranti dei ¿pigmei¿. Negli anni successivi il pitt\nore sperimentò questo genere, ottenendo l¿apprezzamento di Giacomo Carr\nara e del Ferronati stesso, che lo incitarono a proseguire. Nel 1763 Albrici si trasferì con la famiglia a Bergamo, dove rimase fino alla morte, ch\ne lo colse il 19 luglio 1773. Le sue bambocciate, raffiguranti sia battaglie tra nani e animali, sia scene di vita, sia opere di ispirazione letteraria (Swift, ¿I viaggi di Gulliver¿; Parini, ¿Il Giorno¿), ebbero e\nnorme successo. Queste opere sono raramente datate; tuttavia, è possibile\n ricostruirne la cronologia osservando le composizioni, che con gli anni diventarono più affollate e complesse. Apprezzato dai suoi contemporanei, \nEnrico Albrici sarebbe stato ferocemente criticato a partire dalla seconda metà dell¿Ottocento; le sue bambocciate furono giudicate da Pasino Loc\natelli una ¿pittura dozzinale¿ (1869), frivola, testimonianza del decl\nino di un¿epoca e di una società. Per una rivalutazione del genere biso\ngnerà attendere la mostra fiorentina sulla pittura di genere del Sei e de\nl Settecento del 1922, mentre la ricostruzione della biografia e dell¿op\nera dell¿artista è merito di Maria Adelaide Baroncelli (1965), a cui si\n deve anche la separazione della personalità dell¿Albrici da quella di \nFaustino Bocchi.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • ENTE SCHEDATORE R03/ FAI - Fondo Ambiente Italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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