abito - ambito Egitto (sec. XIX)
veste (caftano) foderata parzialmente. A forma di T, costituita da più teli tagliati in drittofilo cuciti insieme e svasati dal collo verso i piedi, scollo con colletto rialzato. Sono presenti tasche a filo. Nel tratto finale la cucitura delle maniche è aperta e i due lembi sono profilati da un bordo a treccia a due colori. Un sistema di abbottonatura (bottoni sferici e asole) riduce la dimensione delle maniche nel tratto finale. La stessa chiusura a bottoni sferici con asole si trova nel colletto. La veste ha spachci laterali, decorati dagli stessi bordi a treccia che corrono lungo le aperture delle maniche e della parte anteriore destra del caftano. La chiusura del caftano è a portafoglio grazie a due lacci, uno dei quali è l'eccedenza in lunghezza della profilatura della parte anteriore in sovrapposizione. L'interno della veste è rinforzato ai bordi da un alto profilo - sagomato a cuneo agli angoli delle due parti frontali - di tela rosso carminio tagliata in sbiego. La veste è parzialmente foderata con una tela avorio.
- FONTE DEI DATI Regione Lombardia
- OGGETTO abito
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MATERIA E TECNICA
seta/ tessuto
- AMBITO CULTURALE Ambito Egitto
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Area Museo delle Culture, Progetti Interculturali e Arte nello Spazio Pubblico. Collezione Mariani
- LOCALIZZAZIONE MUDEC - Museo delle Culture
- INDIRIZZO Via Tortona, 56, Milano (MI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE l'abito rientra nella tipologia generale dei caftani che l'enciclopedia Treccani definisce: "veste lunga, maschile, che si usa nei paesi musulmani: di stoffa colorata spesso a righe, è aperto sul davanti per intero, ha maniche assai lunghe" (www.treccani.it, accesso del 22 maggio 2019). La generica forma a T peculiare di questo abito, nell'ambito della lunga e geograficamente estesa storia islamica ha conosciuto diverse coniugazioni. Una delle fonti principali per la conoscenza del costume extra-europeo sono gli studi dell'artista e etnografo Max Tilke che rappresentano un classico storiografico e sono stati tradotti in più lingue. La comparazione con le tavole illustrate e le relative didascalie di Fogge di costumi e di vestiario (M. Tilke, Roma [1970], p. 16 e tav. 20) corroborano l'ipotesi che assegna la confezione del caftano nelle collezioni del MUDEC all'Egitto, nel XIX, sotto il dominio turco. L'attribuzione è compatibile con la provenienza dell'oggetto dal Pompeo Mariani (1857-1927). L'artista può essere annoverato tra i pittori cosiddetti orientalisti che sentono il fascino del Vicino Oriente; nell'Ottocento tra i paesi che sono più in voga e diventano meta di viaggi ispiratori vi è proprio l'Egitto, dove lo stesso Mariani si recò nel 1880 ricevendone suggestioni tangibili nel suo debutto all'Esposizione nazionale di Belle Arti di Milano dell'anno successivo. Come scrive Silvia Vacca Pompeo Mariani rientrò dall'Egitto "con diversi oggetti che rappresentarono l'inizio di una ricca collezioni di manufatti esotici, negli anni arricchita" (S. Vacca, 2015 p. 65, 67). Il caftano in discussione non fu l'unico ad entrare nelle raccolte dei musei civici di Milano; esso rientra in un gruppo di vesti simili rubricati ai nn. di inventario: SEA 134, 135 e 136.
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- ENTE SCHEDATORE R03/ Mudec - Museo delle Culture
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0