abito - ambito Egitto (sec. XIX)

abito - ante 1880

veste (caftano) foderata parzialmente. A forma di T, costituità da più teli tagliati in drittofilo cuciti insieme - e inseriti rettangolari di stoffa - svasati dal collo verso i piedi, scollo poco profondo privo di colletto. Sono presenti tasche a filo. Le maniche e la veste si caratterizzano per spachci decorati da bordi a treccia che corrono anche lungo lo scollo e a profilare la porzione anteriore destra del caftano fin sotto la vita, dove l'eccedenza in lunghezza del bordo si collega a un ulteriore laccio che garantisce la chiusura a portafoglio. I bordi all'interno della veste sono rinforzati da un alto profilo di tela cangiante violacea (ordito rosso carminio, trama blu) e vinaccia cucite a sbiego. E' presente un ulteriore rinforzo di feltro dallo scollo alla chisurua in vita. La veste è parzialmente foderata con una tela avorio e rimane traccia di un lacico per la chiusura interna.

  • FONTE DEI DATI Regione Lombardia
  • OGGETTO abito
  • MATERIA E TECNICA seta/ tessuto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Egitto
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Area Museo delle Culture, Progetti Interculturali e Arte nello Spazio Pubblico. Collezione Mariani
  • LOCALIZZAZIONE MUDEC - Museo delle Culture
  • INDIRIZZO Via Tortona, 56, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE l'abito rientra nella tipologia generale dei caftani che l'enciclopedia Treccani definisce: "veste lunga, maschile, che si usa nei paesi musulmani: di stoffa colorata spesso a righe, è aperto sul davanti per intero, ha maniche assai lunghe" (www.treccani.it, accesso del 22 maggio 2019). La generica forma a T peculiare di questo abito, nell'ambito della lunga e geograficamente estesa storia islamica ha conosciuto diverse coniugazioni. Una delle fonti principali per la conoscenza del costume extra-europeo sono gli studi dell'artista e etnografo Max Tilke che rappresentano un classico storiografico e sono stati tradotti in più lingue. La comparazione con le tavole illustrate e le relative didascalie di Fogge di costumi e di vestiario (M. Tilke, Roma [1970], p. 16 e tav. 20) corroborano l'ipotesi che assegna la confezione del caftano nelle collezioni del MUDEC all'Egitto, nel XIX, sotto il dominio turco,. L'attribuzione è compatibile con la provenienza dell'oggetto dal Pompeo Mariani (1857-1927). L'artista può essere annoverato tra i pittori cosiddetti orientalisti che sentono il fascino del Vicino Oriente; nell'Ottocento tra i paesi che sono più in voga e diventano meta di viaggi ispiratori vi è proprio l'Egitto, dove lo stesso Mariani si recherà nel 1880 ricevendone suggestioni tangibili nel suo debutto all'Esposizione nazionale di Belle Arti di Milano dell'anno successivo. Come scrive Silvia Vacca Pompeo Mariani rientrò dall'Egitto "con diversi oggetti che rappresentarono l'inizio di una ricca collezioni di manufatti esotici, negli anni arricchita" (S. Vacca, 2015 p. 65, 67). Il caftano in discussione non fu l'unico ad entrare nelle raccolte dei musei civici di Milano; esso rientra in un gruppo di vesti simili rubricate ai nn. di inventario: SEA 133, 135 e 136.
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • ENTE SCHEDATORE R03/ Mudec - Museo delle Culture
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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