Quarantoli/ (Modena)/ Chiesa parrocchiale/ frammenti di sculture
Riprese della Pieve di Santa Maria della Neve di Quarantoli durante i restauri (8 lastre)

negativo servizio, 1898 - 1901
Anonimo (xix Fine/ Xx Inizio)
XIX fine/ XX inizio

Il servizio fotografico è costituito da 8 lastre alla gelatina di formato 13 x 18, 3 orizzontali (N_000516, N_000521, N_000522) e 5 verticali (N_000514, N_000515, N_000517, N_000523, N_000524). Lo spessore del vetro dei fototipi N_000514 e N_000515 è maggiore rispetto alle altre lastre. Il vetro dei negativi N_000514, N_000515, N_000517 ed il bordo delle lastre N_000517, N_000522 è irregolare. Sono presenti delle bolle sul lato vetro della lastra N_000524. Esistono sul lato vetro dei negativi N_000514 e N_000524 dei segni di inchiostro nero. I negativi N_000522 e N_000523 presentano una vignettatura negli angoli superiori dovuta al decentramento sull’asse verticale, dell’obiettivo rispetto al piano focale. La lastra N_000517 è incrinata nell'angolo superiore a sinistra e presenta delle abrasioni sul lato emulsione. La lastra N_000524 ha una importante lacuna nell'angolo inferiore sinistro. Tutti i negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente in una scatola

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Italia - Emilia Romagna – Mirandola - Pieve di Santa Maria della Neve a Quarantoli
    Chiese romaniche – Campanili - Restauri
    Elementi architettonici - Capitelli – Sculture - Sec. 12-13
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Anonimo (xix Fine/ Xx Inizio): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le origini della pieve romanica di Santa Maria della Neve, strettamente collegate alle origini del borgo di Quarantoli, appaiono molto remote. La chiesa, eretta già nel IX secolo, è documentata a partire dal 1044, quando costituiva un importante centro della vita culturale e religiosa del territorio al pari della vicina e più famosa Abbazia di Nonantola. Su iniziativa di Matilde di Canossa, la chiesa nel XII secolo, venne completamente rifatta. Dopo i restauri quattrocenteschi, nel 1670 la pieve fu nuovamente trasformata secondo il gusto barocco del tempo: di questo intervento rimangono le linee secentesche della facciata. Gli interventi di restauro del 1915 se da un lato cercarono di mettere in luce le caratteristiche romaniche, dall'altro apportarono delle modifiche molto radicali come il raddoppiamento in lunghezza e l'aggiunta alle navate di un presbiterio circondato dal deambulatorio, elementi che dobbiamo escludere se vogliamo ricostruire l'impianto romanico della pieve. Il servizio fotografico in esame riguarda i restauri documentati nella "Relazione dei lavori compiuti dall'Ufficio regionale per la conservazione dei monumenti dell'Emilia dall'anno 1898 al 1901". Scrive Raffaele Faccioli “In seguito ad alcuni lavori fatti eseguire dal Reverendo Parroco della Chiesa di Quarantoli nell’abitazione del Campanaro, addossata al fianco settentrionale di quella Chiesa, apparve nel fianco stesso una parte di muro antico di laterizio che appartenne certo alla costruzione dell’antica Pieve, risalente al secolo XII. In questo muro a pianterreno si veggono tre archi antichi, di circa m. 1.15 di corda, uno dei quali è rimasto solo per metà, i quali, con altri che molto probabilmente saranno esistiti, avranno formato una specie di loggia o chiostro nel fianco o attorno all’abside della Chiesa. Fra questi avanzi di loggiato merita considerazione la semicolonna di spalla, in materiale laterizio, per la sua forma tozza, sormontata da capitello cubico pure in laterizio. Le altre due colonne non sono originarie: sopra di una di esse è un capitello originario in pietra da taglio molto interessante per la sua forma a mensola doppia raffigurante un animale con coda a fogliami, il quale, come si deduca dal modo nel quale termina al disotto, era portato da un binato di colonnine disposte nel senso longitudinale del muro. La stessa disposizione dovevano avere gli altri sostegni degli archi, ciò che è confermato dall’esistenza di due capitelli a mensola simili a quello rimasto al posto, e da vari frammenti di colonnine, rinvenuti in prossimità della Chiesa, che si conservano ora nella Canonica insieme ad altri frammenti diversi (Tav. 31). (…)”. La Tav. 31 inserita nella relazione corrisponde alla fotografia N_000521. Il complesso scultoreo, forse proveniente da un chiostro distrutto, viene solitamente attribuito alle maestranze attive a Modena in epoca tardo-romanica. Le lastre N_000514 e N_000524 del servizio fotografico riprendono due pilastrini, uno con capitello cubico decorato da foglie inclinate e l’altro da un capitello decorato a volute che poggia su un fascio di colonnine unite da un nodo: questi facevano già parte dell'arredo scultoreo della pieve e furono poi utilizzati per sorreggere la mensa d'altare
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634065
  • NUMERO D'INVENTARIO da N_000514 a N_000517/ da N_000521 a N_000524
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul verso della lastra N_000514: in basso a destra - 91 -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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