Castell'Arquato (Piacenza)/ Battistero di Vigolo Marchese/ Particolare di un capitello
Riprese della rotonda di Vigolo Marchese a Castell'Arquato (8 lastre)

negativo servizio, post 1922 - ante 1937
Anonimo (xx Prima Metà)
XX prima metà

Il servizio fotografico è costituito da 8 lastre alla gelatina di formato 21x27, tutte verticali, a parte N_000951 orizzontale. I negativi erano originariamente contenuti nella loro busta pergamina; tali custodie si conservano separatamente. Su quasi tutti i fototipi sono visibili le impronte di un medesimo portalastre (a parte N_000951). Si segnala inoltre che ogni fototipo presenta un'etichetta incollata sul lato vetro che riporta lo stesso vecchio inventario riportato nel pergamino

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Italia - Emilia Romagna - Castell'Arquato - Vigolo Marchese - Battistero
    Architettura - Pittura - Battisteri - Restauro - Secc. XI-XII
  • MATERIA E TECNICA VETRO
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Anonimo (xx Prima Metà): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il servizio fotografico è costituito da 8 lastre negative che riprendono l’interno e l’esterno della Rotonda di Vigolo Marchese di Castell’Arquato, battistero a sezione circolare collocato sul fianco sinistro della chiesa di San Giovanni Battista (N_000939, da N_000945 a N_000951). L’edificio venne restaurato nel corso del 1911, sotto la direzione di Ottavio Germano (soprintendenza ai Monumenti dell’Emilia di Bologna); l’intervento mirò al ripristino di una delle sei colonne interne, all’epoca pericolante, e al rifacimento del tetto. Ulteriori interventi alla rotonda furono disposti negli anni ’30, su progetto presentato già entro il 1922 dall’architetto Giulio Ulisse Arata. La carenza di fondi determinò in verità la possibilità di condurre solo piccoli interventi volti a ristabilire la copertura della chiesa e riconsolidare le navate laterali, lavori che si realizzarono in economia nel 1923. Nel 1932 nuovamente il parroco di San Giovanni sollecitò un intervento della Soprintendenza, la quale fornì parere positivo solo nel 1937, autorizzando l’avvio dell’opera di Arata, che seguì in buona sostanza lo stesso progetto del ’22, volto tra l’altro a ristabilire l’orientamento originario della chiesa (invertito nel XVI secolo) ricostruendo l’abside dopo averne sondate le fondazioni. Un ulteriore restauro interessò la chiesa negli anni ’70, anticipato da una relazione tecnica depositata in Soprintendenza che delineava il rifacimento dei pavimenti (della chiesa e non del battistero) e opere di consolidamento delle coperture e degli intonachi, concluso entro il 1975. La ripresa N_000939 mostra una veduta frontale del monumentale capitello composito, riconducibile al II secolo d.C., utilizzato come fonte battesimale e posto al centro della rotonda stessa. Il capitello si compone di due fasce di otto foglie di acanto ciascuna, lavorate a trapano e sottoposte alle due ampie volute. In secondo piano si può notare una bassa cassa di legno sul fianco della quale è stampata la scritta “FRAGILE”, possibile indizio della presenza di un cantiere. La serie di riprese N_000945, N_000946, N_000947 e N_000948 mostrano invece i resti della decorazione pittorica interna, posti sulla strombatura interna dell’abside orientale (N_000945), così come su tre dei sei capitelli sovrapposti alle colonne (da N_000946 aN_000948). Tali elementi decorativi appaiono al di sotto dell’intonaco bianco. La scomparsa quasi definitiva degli elementi pittorici nell’attuale assetto del battistero (le colonne si presentano oggi in laterizio a vista) è conseguenza dei restauri effettuati negli anni ’70 (terminati nel 1981), termine ante quem comunque distante dalla data di ripresa del servizio fotografico, per evidenze di natura tecnico-formale (anche gli affreschi romanici all’interno della chiesa vennero distrutti). Riguardo alla scoperta delle decorazioni, che la critica ha associato all’XI-XII secolo prossimi all’epoca di edificazione della rotonda, la loro parziale riproduzione grafica ad opera dello stesso Arata nel proprio progetto di restauro del 1922 pare suggerire che gli stessi fossero già emersi nel corso dei restauri del 1911; è probabile che le riprese siano da ricondursi al periodo intercorso tra i sopralluoghi dell’Arata e l’inizio dei restauri da esso condotti, se non direttamente in stretta prossimità alle prime fasi dell’intervento. Le ultime tre riprese (N_000949, N_000950 e N_000951) mostrano l’esterno della rotonda da diverse angolazioni, alla presenza di alcuni elementi che potrebbero indicare l’approssimarsi di lavori di ristrutturazione. Le due riprese che riprendono il fianco occidentale (N_000950 e N_000951) mostrano infatti un grosso cumulo di pietre e ghiaie addossate alla chiesa; in entrambe si vede l’originale varco di accesso, tamponato in laterizi nella stessa epoca in cui anche l’orientamento della chiesa era stato invertito e l’antico portale serrato (secolo XVI). L’intervento di restauro di Arata venne per l’appunto disposto con l’intento di ristabilire l’originaria apertura anche della rotonda, come documentato dalle fotografie di relazione dell’intervento compiuto, pubblicate nel 1945, che mostrano tale portale aperto e rinnovato. La ripresa N_000949 mostra invece il fianco opposto della rotonda, quello orientale, dove lo stretto passaggio che era stato aperto in epoca rinascimentale, è a una sola campata di separazione dall’abside originaria. Il servizio fotografico è circoscritto tra il 1922, anno di presentazione del progetto di Arata (post quem certo dato che per la prima volta si menziona la decorazione pittorica interna) e tra il 1937, inizio dei lavori condotti dall’architetto, che comportarono modificazioni non registrate nelle immagini in esame
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800634326
  • NUMERO D'INVENTARIO da N_000939/ da N_000945 a N_000951
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI sul pergamino della lastra inv. N_000939: recto - R. SOPRAINTENDENZA/ ALL'ARTE MEDIOEVALE E MODERNA/ DELL'EMILIA E DELLA ROMAGNA/ MOBILE C SCAF. I N. 195/INVENTARIO N. 2791/ LUOGO Castell'Arquato (Piacenza) Vigolo Marchese/ MONUMENTO Battistero/ Particolare di capitello/ STAMPE N./ FOTOGRAFO/ OSSERVAZIONI -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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