Rimini. Avanzi della Mura Malatestiana

positivo album, ca 1896 - ante 1907

Stampa incollata alla carta 22, verso

  • OGGETTO positivo album
  • SOGGETTO Architettura - Mura - Fortificazioni - Porte urbiche - Secc. XIV-XV
    Architettura - Chiese - Sec. XVII
    Italia - Emilia Romagna - Rimini - Mura malatestiane
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Poppi, Pietro (1833-1914): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici di Bologna Ferrara Forlì Cesena Ravenna e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Pepoli Campogrande
  • INDIRIZZO Via Castiglione, 7, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La ripresa mostra i resti di un tratto delle mura malatestiane che proteggevano il borgo settentrionale di San Giuliano, oltre il fiume Marecchia a nord di Rimini, ed uno degli alti torrioni merlati che ne facevano parte. Il borgo detto di San Giuliano, costituitosi attorno alla omonima chiesa (originariamente dedicata ai SS. Pietro e Paolo), possedeva opere murarie di protezione già dal 1177, ma l’assetto più tardi definito da Galeotto Malatesta, signore di Rimini, entro il 1359, è a grandi linee quello ancora parzialmente conservatosi e testimoniato dalla fotografia. Il torrione visibile a sinistra, a sistema con altri presenti sulla continuazione di tale rettifilo murario, costituiva un elemento di protezione alla porta il cui arco è leggermente spostato a destra della ripresa, e pertinente alla cosiddetta ‘porta Gramignola’. Luigi Tonini riferisce che nel 1863 parte dell’ultimo di tali torrioni, alla destra quindi della ripresa, venne distrutto parzialmente per costruire la chiesa di San Nicolò al Porto. In secondo piano è poi visibile la chiesa della Madonna della Scala, la cui costruzione fu determinata dal miracoloso salvataggio di un ragazzo caduto in mare nel 1608 (completata entro il 1610). Dal raffronto con i cataloghi della Fotografia dell’Emilia, il presente inventario n° 4962 compare citato per la prima volta nella seconda appendice dell’edizione a stampa 1888, pubblicata nel 1896, mentre non risulta nella prima appendice del 1890. L'ante quem per la stampa del fototipo si riferisce alla cessione dello studio nel 1907, passato da Pietro Poppi alla doppia proprietà Monari-Bacchelli. Nel 1863 il pittore Pietro Poppi (Cento, 1833 - Bologna, 1914) aprì un negozio di cartoleria in via Mercato di Mezzo 56 in società con Adriano Lodi. Nell'edificio aveva sede anche lo studio fotografico di Roberto Peli (ex collaboratore di Emilio Anriot), il quale probabilmente avviò Poppi alla professione di fotografo. Nel 1866 Poppi e Peli si associarono aprendo uno studio in via San Mamolo 102 (la ditta Peli, Poppi & C.), che rimase attivo fino al 1867, anno in cui Poppi si mise in proprio, ritornando nella precedente sede del Mercato di Mezzo. Solo nel 1869 Poppi rilevò ufficialmente La Fotografia dell'Emilia, operando anche uno spostamento di sede da via Mercato di Mezzo 56, dove venne fondata la ditta nel 1865, a via San Mamolo 101 (oggi via d’Azeglio) in Palazzo Rodriguez (edificio in cui dal ’65 al ’69 avevano operato i coniugi Ferrara, Fotografia Milanese), ma lo stesso pittore-fotografo vi lavorò sin dal 1866. Effettivamente il 17 aprile del 1866 il quotidiano “Monitore di Bologna” menziona Poppi quale direttore dello Stabilimento Fotografico dell’Emilia di via Mercato di Mezzo 56 (si segnala la tesi di Massimo Cova che vede in Poppi il fondatore della Fotografia dell’Emilia – cfr. Fotografia e Fotografi a Bologna 1839-1900, Bologna 1992, p. 277). Nel marzo del 1907 Poppi si ritirò, cedendo lo studio a Luigi Monari ed Armando Bacchelli; la Fotografia dell’Emilia passò in seguito, nel 1909, sotto la proprietà unica di Alfonso Zagnoli (chiusura definitiva della ditta nel 1921), il quale nel 1940 vendette quanto restava del fondo di lastre e positivi originali di Pietro Poppi alla Cassa di Risparmio di Bologna. Il fondo fotografico Faccioli è costituito da stampe sciolte o incollate su supporto, raccolte nel corso della sua attività di ingegnere-architetto da Raffaele Faccioli (Bologna, 1836-1914). Dopo la sua morte, il geometra Luigi Mattioli, amministratore dei beni degli eredi, propose a Francesco Malaguzzi Valeri, allora Direttore della Pinacoteca di Bologna, l'acquisto di questa raccolta grafica comprendente disegni, taccuini e materiale fotografico. L'acquisizione avvenne in due fasi, tra il 1917 e il 1918. Nei precisi elenchi che testimoniano la transazione si citano: "597 fotografie di diversi formati e soggetti montate su cartone, 624 fotografie di diversi formati e soggetti senza cartone, 31 fotografie su cartone di diverse misure, di soggetti architettonici, e 9 fotografie senza cartone, di diverse misure, di soggetti architettonici" (9 maggio 1917) e "576 fotografie di diversi formati e soggetti" (9 aprile 1918). Documentazione circa il fondo è reperibile presso l’Archivio Storico della Pinacoteca, pratiche n.31, foglio 43, n. 9
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800635803-80
  • NUMERO D'INVENTARIO 31875/ 710
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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