Chiesa di San Petronio - Vetrate del Finestrone della Cappella di S. Antonio

negativo servizio, post 1940/06/12 - ante 1940/09/03
Anonimo (xx Prima Metà)
XX prima metà

Le lastre, tutte di formato orizzontale, ade eccezione dei negaivi N_001895 e N_001897, erano originariamente contenute in buste pergamine, conservate ora separatamente in una scatola. In quasi tutti i fototipi sono presenti tracce del portalastre

  • OGGETTO negativo servizio
  • SOGGETTO Arti applicate - Vetrate dipinte - Restauri <1940-1941>
    Pittori italiani - Sec. 16. - Tibaldi, Pellegrino
    Architettura sacra - Chiese - Elementi architettonici - Finestre
    Restauratori italiani - Vetrai - Sec. 20. - Polloni, Guido
    Italia - Emilia Romagna - Bologna - Basilica di San Petronio - Cappella Saraceni
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Anonimo (xx Prima Metà): fotografo principale
    Tibaldi, Pellegrino (1527-1596): disegnatore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Dall'Armi Marescalchi
  • INDIRIZZO Via IV Novembre, 5, Bologna (BO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il servizio si compone di 8 lastre che ritraggono alcuni dei pannelli componenti la vetrata della cappella Saraceni. Le riprese sono state effettuate a luce trasmessa probabilmente presso il laboratorio della Ditta Polloni in via Fra Giovanni Angelico 71 a Firenze e descrivono lo stato dei vetri precedente al restauro. Al fine di isolare i singoli dettagli ritratti si è fatto ricorso, in fase di post produzione, ad una mascheratura in carta gommata nera. La locale Soprintendenza ABAP (ex SBAP) possiede un vasto ed articolato carteggio che documenta le vicende relative ai restauri delle vetrate Saraceni (Archivio storico ex SBAP - BO M 17). Risale al 27 aprile 1940 una minuta con la quale l’allora Soprintendente ai Monumenti dell’Emilia Armando Vené prende contatto con il maestro vetraio Guido Polloni dell’omonima Ditta fiorentina per richiedere una consulenza sul lavoro da farsi “ad una vetrata di San Petronio” (nell’oggetto della lettera si specifica che si tratta della cappella di Sant’Antonio). Non dovette trascorrere molto tempo da questo primo contatto alla presentazione di una formale proposta di intervento, se l’ 8 giugno 1940 il Monsignor Fortini, presidente della Fabbriceria di San Petronio, comunica al Soprintendente la decisione di intraprendere i lavori di restauro delle vetrate della cappella di Sant’Antonio “seguendo il terzo progetto proposto dal Polloni”. Prosegue specificando che “in vista delle particolari circostanze, si pensava di differire il lavoro” e suggerisce di smontare le vetrate e di provvedere “al trasporto in luogo sicuro con le altre”. A stretto giro di posta l’architetto Vené comunica al Monsignor Fortini l’intenzione a voler procedere subito, “date le attuali circostanze”, con i lavori di restauro (lettera del 10 giugno 1940) e di seguito contatta il Polloni dandogli il beneplacito per l’avvio immediato dei lavori, esprimendogli la necessità di mettere al sicuro le luci “non avendole comprese tra quelle da smontare d’ufficio in caso di necessità per la difesa antiaerea” (lettera 12 giugno 1940). Già l’8 luglio le vetrate risultano incassate e pronte per il ritiro (lettera 8 luglio 1940). Malgrado gli accordi già presi tra Ditta e Fabbriceria, il 28 agosto Polloni, dopo aver effettuato una prima prova di restauro, invia al Soprintendente Vené un nuovo progetto che tenga in conto del fatto che “i ritocchi mal fatti in altri restauri facilitano la scagliatura anche della vera pittura originale a fuoco”. Il maestro vetraio prosegue con una dettagliata descrizione delle azioni da mettere in atto per il funzionale ripristino del manufatto, sottolineando la maggiore laboriosità di tali procedimenti e dunque il maggiore costo, giustificato, si garantisce, da un soddisfacente risultato (lettera 28 agosto 1940 - cfr. Storchi 2010). Alla richiesta di prendere in considerazione tale progetto e di proporlo anche alla Fabbriceria, il Soprintendente risponde con qualche perplessità, ma promette un sopralluogo presso il laboratorio Polloni. Non sappiamo se si sia giunti ad un accordo. Certamente le vetrate sono state foderate e raddoppiate con vetri incolore, così come ne abbiamo notizia da Barbacci (Barbacci 1950) e come, in verità, pare essere stato preventivato anche nel progetto iniziale (cfr. lettera del 3 settembre 1940). Per il restauro ultimato dovremo aspettare l’aprile 1941, quando Polloni prende accordi con la Soprintendenza per organizzare la spedizione delle casse, da riporre “nel ricovero in cui erano state precedentemente depositate tutte le altre vetrate” (lettera del 9 aprile 1941). Per rivederle nella loro collocazione originaria si dovrà aspettare il 1945 (Storchi 2010). Alla luce di tale documentazione, riteniamo erronea la datazione “ -MAR 1941” riportata sulle buste pergamine che contenevano i fototipi, affatto corrispondente allo stato delle vetrate e da riferirsi con maggiore probabilità alla data di acquisizione delle negative in esame. Del lotto di lastre con medesima datazione e con medesima indicazione didascalica “prima del restauro” faceva parte anche il N_001892 evidente ripresa di post restauro e alla cui scheda si rimanda (NCT 0800641468). Da una minuta indirizzata a Monsignor Fortini, datata 24 giugno 1941, sappiamo che la Soprintendenza realizzò un fotomontaggio con l’insieme prima dei lavori di restauro, spedito poi in tale data alla Fabbriceria (si veda in FNT: BAPF053). Non avendo a disposizione il fotomontaggio summenzionato non possiamo operare alcun confronto, solo possiamo ipotizzare che le nostre lastre negative possano essere state utilizzate a tale scopo (la mascheratura ce ne potrebbe dar ragione). Se fosse così, il servizio risulterebbe incompleto, in quanto non tutti i pannelli sono rappresentati. Nella lettera si specifica che, non avendo a disposizione fotografie del tondo prima del restauro si impiegò una riproduzione della fase post intervento per il quale si rimanda alla relativa scheda NCT 0800641469
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800641467
  • NUMERO D'INVENTARIO N_001891 e da N_001893 a N_001899
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA lettera (1)
    lettera (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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