Ravenna - Santa Maria in Porto Fuori - Sarcofago di Pietro degli Onesti - fianco

negativo, ca 1908 - ca 1908
  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Emilia-Romagna - Ravenna - Chiesa di Santa Maria in Porto Fuori
    Scultura - Monumenti sepolcrali - Sarcofagi - Rilievi
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • MISURE Misura del bene culturale 0800649158: 240x178 mm
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO
  • ATTRIBUZIONI Ditta Luigi Ricci (ditta): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Basilica ed ex Monastero benedettino di San Vitale
  • INDIRIZZO via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Luigi Ricci (1823-1896) opera nella seconda metà dell’ottocento, in un contesto storico molto ricco di stimoli, quando in epoca post unitaria comincia a farsi strada l’idea di censimento del patrimonio artistico e della sua tutela. I monumenti ravennati vengono sottoposti a primi interventi manutentivi diretti dal Genio Civile affiancato dall’Accademia di Belle Arti come organo di controllo. La chiesa di Santa Maria in Porto Fuori esula dalle emergenze architettoniche di ambito bizantino che focalizzarono l'attenzione nelle prime campagne di documentazione ed entra a far parte dei cataloghi di Luigi Ricci solo a partire dal 1877, inserita in una sezione piuttosto eterogenea titolata “Belle arti” al cui interno troviamo 23 voci che annoverano candelieri rinascimentali, armature, lacerti di mosaico e scultura. La parte più omogenea e cospicua è però costituita dalla documentazione della chiesa, con due esterni, due vedute generali dell'interno, una coppia di riprese del sarcofago di Pietro degli Onesti (fronte e fianchi) e la sequenza degli affreschi di scuola riminese all'epoca attribuiti a Giotto (12 dettagli), con numerazione da 413 a 430. Solo a partire dal 1882 Santa Maria in Porto Fuori acquista una sua autonomia, pur mantenendo la quantità di riprese del catalogo precedente ma modificando la numerazione da 430 a 447. L'immagine in esame raffigura il sarcofago di Pietro degli Onesti dopo lo smontaggio dalla collocazione originale, nel 1908. Il soggetto compare per la prima volta nel catalogo 1877 indicato come “Sarcofago bizantino ov’è sepolto Pietro degli Onesti detto il peccatore, in S. Maria in Porto” identificato dal numero 417, mentre a partire dal 1882 il numero sarà modificato in 434 (come da etichetta sul negativo) e mantenuto invariato fino all'ultima pubblicazione del 1914, in quell'anno il titolo diventerà “Sarcofago del VI secolo, convertito a sepolcro di Pietro degli Onesti detto il Peccatore nel 1119, anno di sua morte”. Curioso il fatto che a seguire, nei primi due cataloghi, sia contemplata una lastra con “Fianchi dello stesso”, secondo una prassi consueta a Ricci di realizzare due riprese dei prospetti laterali dei sarcofagi e affiancarli in una sola lastra grazie alla riproduzione da positivo. Difficile immaginare però come il fotografo abbia potuto realizzare quelle riprese data la collocazione dell'oggetto soprelevato e incassato nella muratura “in modo che non solo la parte postica risultava nascosta, ma anche le immagini lungo i fianchi laterali erano poco visibili” (Gardini 2014). Nei cataloghi successivi il numero corrispondente ai fianchi (435) resta vuoto fino al 1914 quando si aggiungono due nuovi numeri (810-811) corrispondenti a fianco e parte posteriore. Nel 1908 infatti “la Sovrintendenza de' Monumenti di Ravenna, sollecitata da Corrado Ricci, si die' cura di mettere allo scoperto e fotografare le parti posteriori dei sarcofagi di S. Rainaldo, di S. Barbaziano e del beato Pietro Peccatore” (Santi Muratori 1908). Questa operazione portò all'apertura dei sarcofagi, con il rinvenimento delle reliquie, ma anche di frammenti di abiti liturgici, reliquiari e documenti; fu inoltre possibile vedere la parte posteriore dei sepolcri, analizzarli iconograficamente e fotografarli prima di addossarli nuovamente alle pareti. L’immagine in esame si colloca senz’altro in questo momento, quando l’opera viene rimossa dalla collocazione originaria e prima del suo posizionamento in altra parte della chiesa: il sepolcro è posato a terra in un ambiente non identificabile, la ripresa risente forse di scarsa illuminazione perché risulta sfocata e poco leggibile. Pare più un’immagine di documentazione di lavoro, ipotesi confermata anche dalla mancanza di un numero identificativo riferibile al catalogo. Il sepolcro di Pietro degli Onesti trovò spazio tra il 1908 e il 1940 nella cappella sinistra della chiesa, dopo quella data ritornò nella collocazione originale, sotto l’arco a sesto acuto, da cui era stato spostato. Indenne dopo il rovinoso bombardamento del 1944 fu riposto in sede solo nel 1952, con la nuova consacrazione di Santa Maria in Porto Fuori. Attualmente il sarcofago è visibile nella cappella sinistra della chiesa appoggiato sui basamenti con protomi leonine, scostato dalle pareti e visibile sui quattro lati. La lastra in esame appartiene al fondo convenzionalmente denominato "Fondo Santa Teresa" poiché proveniente dall’omonimo Ospizio ravennate. Costituito da una parte di negativi su lastra di vetro provenienti dallo studio fotografico di Luigi Ricci, è stato acquisito nel 1979 dall'allora Soprintendente Gino Pavan su indicazione del cardinale Ersilio Tonini
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800649158
  • NUMERO D'INVENTARIO 14651
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • ISCRIZIONI sul pergamino che contiene la lastra: recto - RAVENNA/ fraz. Porto Fuori/ Chiesa di S. Maria in Porto Fuori/ Testata di sarcofago/ di Pietro degli Onesti - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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