Ravenna - San Vitale - Abside con rivestimento del coro e pavimento a mosaico

negativo, post 1903 - ante 1914
  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Architettura religiosa - Chiese
    Emilia-Romagna - Ravenna - Complesso di San Vitale
    Elementi architettonici - Absidi - Cori
    Pavimenti - Mosaici
    Decorazione architettonica - Fregi - Tarsie - Intarsio
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    gelatina ai sali d'argento
  • MISURE Misura del bene culturale 0800649234: 179x238 mm
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
  • ATTRIBUZIONI Ricci, Luigi (1823-1896): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Basilica ed ex Monastero benedettino di San Vitale
  • INDIRIZZO via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Luigi Ricci (1823-1896) opera nella seconda metà dell’ottocento, in un contesto storico molto ricco di stimoli, quando in epoca post unitaria comincia a farsi strada l’idea di censimento del patrimonio artistico e della sua tutela. I monumenti ravennati vengono sottoposti a primi interventi manutentivi diretti dal Genio Civile affiancato dall’Accademia di Belle Arti come organo di controllo. Il complesso di San Vitale con la sua ricca articolazione, era stato fortemente modificato dagli edifici addossati al suo perimetro esterno: numerose cappelle si erano innestate sulla struttura a pianta centrale impedendo la visibilità della costruzione originaria mentre l’interno aveva risentito di un arricchimento barocco, nelle pitture così come negli arredi. Luigi Ricci inserisce San Vitale già nel suo primo catalogo a stampa (1869) che conteneva solo 256 fotografie con cinque soggetti proposti tra i “monumenti antichi” di Ravenna: lo descrive in 44 riprese di cui alcuni esterni e interni e molti dettagli dei mosaici, capitelli, trafori e rilievi. La lastra in esame identificata dal numero 336 (utilizzato nei cataloghi precedenti per altri vari soggetti) è reperibile solo nell’ultimo catalogo della Ditta Luigi Ricci, nel 1914 e descritta come “Pavimento a musaico, nell’abside”. La ripresa dall’alto consente infatti la visione completa della pavimentazione a mosaico realizzata duranti i lavori di restauro della parte, con l’abbassamento del piano di calpestio, ma riprende tutto l’assetto dell’abside, con il rivestimento in sostituzione del coro ligneo, realizzato alla metà del Cinquecento da Alessandro Bigni e rimosso verso il 1870 dal Reale Corpo del Genio Civile (riadattandolo per la chiesa di sant’Agata) e le transenne poste dietro l’altare. Il restauro dell’abside di San Vitale fu lungo e complesso: lo spazio lasciato dagli stalli venne colmato con un rivestimento di lastre in marmo di Carrara. Corrado Ricci deplora la scelta compiuta, paragonando la copertura alla base dell’abside ad un “grande orinatoio”. Per ovviare all’inconveniente l’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti trovò un rimedio discutibile ovvero “venare il Carrara con una spugna intinta nell’inchiostro" (Ricci, 1898). In questo modo si smorzava un poco l’effetto di estremo biancore che inibiva la corretta visione dei mosaici soprastanti. Questa situazione provvisoria e insoddisfacente fu modificata grazie alla volontà di Corrado Ricci dopo il suo insediamento a Ravenna come direttore della Regia Soprintendenza per i Monumenti. La decorazione parietale tolta dai benedettini per far posto al coro ligneo era stata smembrata, in parte perduta ma in parte applicata in altre parti della chiesa. Grazie al rinvenimento di questi frammenti Ricci si rivolgerà all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze per una ricostruzione il più possibile filologica e stilisticamente corretta della copertura dell’abside, alternando colonnine in serpentino verde alle tarsie con disco in porfido. Il progetto sarà approvato solo nel mese di dicembre 1901. Dopo numerose traversie e polemiche l’Opificio comincia la posa in opera nelle prime due campate con un disegno che prevede una cornice in stucco tra il fregio (posto sotto ai mosaici) e i sedili. Nel 1903 giungono a Ravenna 26 casse e ha inizio il montaggio. In seguito a critiche sull’operato di Corrado Ricci e sulla correttezza della ricostruzione, nel 1919 furono invertite la cornice in stucco e la fascia in tarsie. L’immagine in esame mostra il rivestimento compiuto prima dell’ulteriore modifica. La lastra appartiene al fondo convenzionalmente denominato “Fondo Santa Teresa” poiché proveniente dall’omonimo Ospizio ravennate. Costituito da una parte di negativi su lastra di vetro provenienti dallo studio fotografico di Luigi Ricci, è stato acquisito nel 1979 dall’allora Soprintendente Gino Pavan su indicazione del cardinale Ersilio Tonini
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800649234
  • NUMERO D'INVENTARIO 14402
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • ISCRIZIONI supporto primario: lato emulsione: su etichetta: in basso a destra - 336 - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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