Ravenna. Cappella Arcivescovile, mosaico della volta del vestibolo con fiori di loto e uccelletti

negativo, ca 1877 - ca 1882
  • OGGETTO negativo
  • SOGGETTO Mosaicisti - Italia - 494-519 - Maestranze ravennati di S. Apollinare Nuovo
    Emilia Romagna - Ravenna - Complessi museali - Palazzo Arcivescovile - Cappella Arcivescovile
    Architetti - Italia - Sec. V - Maestranze ravennati
    Architettura religiosa - Palazzi - Palazzo Arcivescovile - Interno - Cappella Arcivescovile - Vestibolo
    Mosaici - Decorazione musiva del vestibolo - Volta - Fiori di loto e uccelletti
  • MATERIA E TECNICA VETRO
    collodio
  • MISURE Misura del bene culturale 0800649449: 20,6X24 cm
  • CLASSIFICAZIONE DOCUMENTAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E STORICO ARTISTICO
  • AMBITO CULTURALE Maestranze Ravennati Di S. Apollinare Nuovo
  • ATTRIBUZIONI Ricci, Luigi (1823-1896): fotografo principale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • LOCALIZZAZIONE Basilica ed ex Monastero benedettino di San Vitale
  • INDIRIZZO via San Vitale, 17, Ravenna (RA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La lastra oggetto d'esame, appartiene al fondo denominato Santa Teresa, dal nome dell'ospizio in cui, negli anni Settanta del Novecento, vennero rintracciati 846 negativi su lastra di vetro, prevalentemente al collodio, realizzati dalla ditta Luigi Ricci tra il 1869 ca. e il 1914. Le lastre, tra il 1979 e il 1980 vennero ufficialmente acquisite in donazione dalla Soprintendenza di Ravenna, e costituiscono molto probabilmente il deposito che negli anni Trenta, Corrado Ricci, figlio dello stesso Luigi e fondatore della Soprintendenza ai Monumenti di Ravenna, Santi Muratori, direttore della Biblioteca Classense e Renato Bartoccini, l'allora soprintendente ai Monumenti, cercarono invano di far acquisire al Comune di Ravenna per la fototeca dell'Istituto di Studi Bizantini. Per notizie biografiche su Luigi Ricci, si veda la ricca bibliografia prodotta da Paola Novara, allegata a questa scheda. Nella prima edizione del catalogo di Luigi Ricci del 1869 compare un gruppo di 6 lastre, appartenenti alle “Tavole della cappella di S. Pier Crisologo” e numerate dalla 154 alla 159; nel catalogo del 1877 le lastre con quei numeri di inventario corrispondono ad altri soggetti, mentre è presente un numero maggiore di lastre raffiguranti le “Tavole della cappella di S. Pietro Crisologo nel Palazzo Arcivescovile”, a cui sono aggiunti reperti di quello che diverrà il lapidario e il definitivo Museo Arcivescovile grazie all'intervento del soprintendente Giuseppe Gerola, la cui storia deve essere ricollegata agli avvicendamenti dell'intero complesso metropolitano. Nel 1734, a causa delle pessime condizioni conservative in cui si trova, si intraprende l'abbattimento della basilica Ursiana, al fine di costruire una rinnovata basilica metropolitana. Negli anni tra il 1741 e il 1743 avviene lo smantellamento del catino absidale, con conseguente distruzione della decorazione musiva, risalente al 1112 e costituita da tre registri differenziati iconograficamente, di cui l'architetto Gianfrancesco Buonamici realizza un accurato disegno per conservarne memoria. Dalla distruzione si salvano sei frammenti musivi, cinque dei quali vengono murati, dall'architetto Buonamici, nei locali della vicina Cappella Arcivescovile. Già nel 1903, Corrado Ricci commissiona ad Alessandro Azzaroni e Giuseppe Zampiga di redigere una relazione sullo stato dei mosaici. I restauratori mettono chiaramente in evidenza lo stato precario del monumento, argomento già evidente al Ricci. Finalmente, tra il 1910 e il 1919 venne messo in atto l'intervento del Gerola che, indagate le varie tracce dell'antico impianto, ne ripristinò l'articolazione planimetrica, comprendendo che la cella era preceduta da un vestibolo di forma rettangolare allungata e terminava dalla parte opposta con un abside; sia l'uno che l'altra vennero riportati in essere completandone il rivestimento parietale in lastre di marmo greco e quello musivo in gran parte perduto. Del ripristino e del restauro del patrimonio musivo, dell'intero complesso, si occuperà Giuseppe Zampiga a partire dal 1911. Il soggetto raffigurato sulla lastra oggetto di studio, che rappresenta la volta del vestibolo della Cappella Arcivescovile, compare per la prima volta nel catalogo del 1877 con il numero di inventario 215 e, come spesso accade per le riproduzioni nei successivi cataloghi, è nuovamente presente dal 1882 con il numero di inventario definitivo 212. Si è pertanto scelto di circoscrivere la lastra ad un periodo che comprenda entrambe le pubblicazioni dei cataloghi a stampa, ipotizzando che la stessa, venisse successivamente reinventariata. La presenza dei due putti, che sorreggono la volta, deve essere intervento eseguito nella seconda metà del secolo XVIII, quando si intrapresero i lavori di abbattimento e ricostruzione dell'intero complesso metropolitano e che vennero successivamente rimossi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Fotografia
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0800649449
  • NUMERO D'INVENTARIO 14219
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • ISCRIZIONI supporto primario: lato emulsione: su etichetta: in basso a sinistra - 212 - numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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