elettrometro a quadranti di thomson-mascart

sec. XIX seconda metà

Su di un treppiede in ottone, dotato di tre viti calanti, utilizzate per il livellamento dello strumento, è posizionata una base metallica dalla quale si innalzano quattro cilindri di materiale isolante che sostengono quattro settori uguali (quadranti dell'elettrometro), leggermente separati. Questi settori sono stati ricavati da una scatola metallica cilindrica vuota avente una altezza di circa 1 cm. Due colonne metalliche, assicurate alla base, sostengono un disco circolare in ottone sul quale sono posizionati due morsetti e un cilindro cavo che termina con un dispositivo che consente movimenti verticali. A questo dispositivo è assicurato un sottilissimo filo metallico o di quarzo reso conduttore che termina con una leggerissima struttura in alluminio, a forma di otto, posizionata all'interno dei quadranti e parallela alle loro facce (equipaggio mobile dell'elettrometro). A metà altezza circa del filo è incollato un piccolo specchio piano e verticale per la lettura ottica delle rotazioni. L'intero strumento, escluso il sistema di movimentazione verticale, è contenuto in un cilindro in ottone, collegato a terra, sul quale sono stati praticati, a metà altezza circa, due finestre circolari distanziate di 90 gradi e chiuse da dischi in vetro. I quadranti diagonalmente opposti sono elettricamente collegati tra loro mediante due sottili spirali in rame collegate a loro volta ai morsetti esterni

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