La cuttora

a cura di Omerita Ranalli, pubblicato il 08/12/2021

Il termine cuttora (o cottora) indica il grosso caldaio in cui si mette a cuocere il granturco, all’interno di un camino che viene acceso al rintocco delle campane dei vespri del 16 gennaio. L’accensione, in tutte le cuttore, è accompagnata dalla recita delle litanie; per l’accensione si utilizzano frasche di ginepro (il ginepro in alcuni casi viene utilizzato anche al momento della benedizione). Con lo stesso termine si indica anche il locale in cui si svolge la festa, e dove si ospitano i visitatori e le bande di suonatori, che tutta la notte attraversano il paese intonando il canto devozionale in onore del santo.

Omerita Ranalli, Mappa delle cuttore, 2020 Su gentile concessione dell'autrice dell'immagine
Omerita Ranalli, Mappa delle cuttore, 2020

dal Catalogo

Le cuttore vengono allestite dopo l’Epifania all’interno di abitazioni private ubicate in diverse zone  del paese, abitazioni tipiche caratterizzate dalla presenza di un grande camino; il camino è sempre addobbato con una fila di arance (dette “pertecalle”) e con un’immagine del santo. Negli ultimi anni si tende ad abbellire l’ambiente con elementi che richiamino la tradizione agropastorale e vecchi oggetti della civiltà contadina.

Mentre in passato l’allestimento delle cuttore era riservato alle famiglie più facoltose, oggi esse vengono allestite da famiglie, associazioni, gruppi di amici.

 

Il numero delle cuttore è variabile, ma solitamente se ne allestiscono nove o dieci; le più antiche oggi ancora in funzione sono quelle di “Zia Stella” (famiglia Giuliano Sansone e amici) e di “Fiore” (famiglia Domenico Fiore e amici). Seguono le cuttore allestite da associazioni, tra cui quella della Proloco e quella del Gruppo Alpini Collelongo, e quelle di gruppi di amici: Classe Settantuno, Vicolo degli Ebrei, Tozz’, L’allegra cuttora, Classe ‘80, La nuova cuttora.  

 

Il grosso caldaio viene riempito con acqua dentro cui sono messi a cuocere i cicerocchi (chicchi di granturco) che, portati a ebollizione, vengono poi mescolati più volte con una pala; anche i visitatori, per devozione al santo e in segno di augurio, aiutano a turno a mescolare i cicerocchi sul fuoco. In passato i cicerocchi venivano distribuiti al mattino del 17 gennaio, e si registra l’arrivo di pellegrini dalla Valle Roveto per devozione al santo ma anche per raccogliere il cibo di Sant’Antonio. 

La sera intorno alle 21:00 parte il corteo che visiterà tutte le cuttore per la benedizione; il momento della benedizione è vissuto con particolare intensità dal gruppo che organizza la cuttora; il parroco, accompagnato dalle autorità civili e da un gruppo di suonatori si stacca dal corteo e entra nella cuttora per benedire la casa e i cicerocchi; subito dopo anche gli altri partecipanti al corteo entrano per far visita alla cuttora. La processione procede da una cuttora all’altra, attraversando tutto il paese. 

La festa dentro la cuttora si protrae per tutta la notte; vi prendono parte non solo i gruppi di parentela o vicinato, ma anche visitatori estranei al paese, provenienti da territori più e meno vicini; se la festa cade nel fine settimana il numero dei visitatori può essere molto elevato.  La cuttora è, infatti, luogo di accoglienza e ospitalità, in cui si offre a tutti da mangiare e da bere.

Roberto Monasterio, I cicerocchi, fotografia digitale Su gentile concessione dell'autore dell'immagine
Roberto Monasterio, I cicerocchi, fotografia digitale

Omerita Ranalli, La cuttora di Vicolo degli Ebrei, fotografia digitale Su gentile concessione dell'autrice dell'immagine
Omerita Ranalli, La cuttora di Vicolo degli Ebrei, fotografia digitale

Omerita Ranalli, La cuttora di Vicolo degli Ebrei, fotografia digitale Su gentile concessione dell'autrice dell'immagine
Omerita Ranalli, La cuttora di Vicolo degli Ebrei, fotografia digitale

Omerita Ranalli, La cuttora di Vicolo degli Ebrei, fotografia digitale Su gentile concessione dell'autrice dell'immagine
Omerita Ranalli, La cuttora di Vicolo degli Ebrei, fotografia digitale

Roberto Monasterio, La cuttora di Vicolo degli Ebrei, 2010, fotografia digitale Su gentile concessione dell'autore dell'immagine
Roberto Monasterio, La cuttora di Vicolo degli Ebrei, 2010, fotografia digitale

Omerita Ranalli, L'allegra cuttora, fotografia digitale Su gentile concessione dell'autrice dell'immagine
Omerita Ranalli, L'allegra cuttora, fotografia digitale

Roberto Monasterio, La cuttora della famiglia Fiore, 2020, fotografia digitale Su gentile concessione dell'autore dell'immagine
Roberto Monasterio, La cuttora della famiglia Fiore, 2020, fotografia digitale

Omerita Ranalli, La cuttora degli amici del Settantuno, fotografia digitale Su gentile concessione dell'autrice dell'immagine
Omerita Ranalli, La cuttora degli amici del Settantuno, fotografia digitale

Bibliografia

Associazione Culturale La Cuttora (a cura di), Sant’Antonio Abate a Collelongo. Storia e antropologia di un culto locale, Lanciano, 2015 , p.

Ernesto Di Renzo, Laura Bonati (a cura di), La festa di S. Antonio abate a Collelongo: tradizione e innovazioni, in "Festa viva. Continuità, mutamento, innovazione", Torino, 2006 , pp. 231-239