Ritratto di Francesco Gonzaga di Castiglione

dipinto, ca 1620 - ca 1630

Il dipinto fa parte di una coppia di dipinti privi di cornice ma incorniciati con un semplice listello ligneo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veronese Ambito Lombardo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La coppia di dipinti proviene dalle collezioni della Biblioteca Comunale, ma non è facile stabilire quando vi sia giunta e da dove. La prima notizia che associo alle due tele è solo del 1915 - in quell'anno Ada Sacchi propone al sindaco di far restaurare da Luigi Boccalari i "ritratti di parecchi Gonzaghi (ramo Castiglione)" (BCMn, Archivio, a. 1915, II semestre, 14 settembre 1915) - mentre non sembra che esse siano già presenti nell'inventario della Biblioteca del 1870, anche se questo offre descrizioni troppo generiche. Nel 1923, a ogni modo, i due ritratti giungono in palazzo Ducale dove si trovano tuttora (TAMASSIA 1996, p. 62). L'unica supposizione che mi sento di fare è che le due tele si trovassero nel complesso gesuitico e che di lì siano confluite nelle collezioni comunali: Francesco è d'altronde il fratello di Luigi, il santo, e ne ha con ardore perorato la canonizzazione; ai due coniugi spetta la fondazione dei due collegi dei gesuiti a Castiglione delle Stiviere, a comprova degli stretti legame con la Società del Gesù. Poiché molti quadri della chiesa della Santissima Trinità rimangono all'interno del fabbricato ex-gesuitico nel corso dell'Ottocento, talvolta non espressamente ricordati dai documenti, i due ritratti potrebbero provenire da lì. Dal Ginnasio inoltre varie opere giungono alla Biblioteca Comunale, nell'ultimo quarto del XIX secolo (cfr. p. 29). I dipinti rappresentano Francesco Gonzaga marchese di Castiglione delle Stiviere (1577-1616) e la moglie Bibiana di Perneštejn (1584-1616), sposata nel 1598, facilmente identificabili grazie alle scritte sottostanti, le quali, inoltre, indicano le rispettive date di morte, avvenuta per entrambi nel 1616, in giovane età (per le loro biografie: MAROCCHI 1990, pp. 345-444). Francesco porta al collo l'onorificenza del Toson d'oro, richiamata anche nel motto sulla veste IE LAI EN PRINS ("Je l'ai emprins", "ho osato") ricamato sugli orli della veste. La mano sinistra poggia sull'elsa di una spada e dietro di lui è un ricco tendaggio. Francesco riesce persino a diventare ambasciatore imperiale a Roma ed è per molti anni presso le corti di Praga e di Vienna. Identica impostazione della figura riscontro in un Ritratto di Ottavio Cavriani, anch'egli cavaliere del Toson d'oro; il dipinto a figura intera (Mantova, collezione privata) è firmato e datato 1727 sul retro della tela dal pittore augustano Amadio Enz, attivo a Mantova e in particolare per la famiglia Cavriani nel primo Settecento. Se non si tratta del ricorso a una matrice comune, è evidente che il quadro di Enz deriva dal 6873, del quale occorrerebbe quindi ipotizzare una collocazione pubblica. Bibiana veste un abito riccamente adorno e porta sui capelli un gioiello con una "F" coronata, forse allusiva al marito; poggia la mano destra su un orologio, simbolo di caducità o memento mori. In stretta relazione con il 6877 è un Ritratto di Bibiana di Perneštejn conservato nel Collegio delle Vergini a Castiglione delle Stiviere e attribuito a Frans Pourbus il Giovane (PERINA 1965b, pp. 453-454). Un ritratto postumo della donna dovrebbe essere stato dipinto, nel 1616, da un pittore veronese (BOTTARI 1996, p. 183). Secondo l'estensore dell'inventario del 1937 (Giannantoni?), le due tele sarebbero proprio dell'epoca della data sulla scritta, 1616 appunto, ma non si può escludere una datazione più tarda. Le scritte non sembrano aggiunte e indiziano una datazione non ante 1616. Difficile stabilire l'autore delle due opere, in bilico tra ritrattistica internazionale da parata e spunti naturalistici. Secondo Giannantoni (Mostra iconografica 1937, p. 76 nn. 335 e 337) e OZZOLA (1949, nn. 272-273; 1953, nn. 272-273), si tratta di un pittore mantovano. Di buon effetto è la resa materica del velluto rosso indossato da Francesco; gli incarnati oleosi e densi mi suggeriscono un confronto con il Ritratto dell'attore Francesco Andreini della Galleria Corsini di Roma (inv. 321), che ALLOISI (2001, p. 89) ritiene di artista mantovano o, forse, del fettiano veronese Dionisio Guerra. Una direzione che coincide con quella indicata dal documento del 1616 e che è pertanto da non trascurare
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300152578
  • NUMERO D'INVENTARIO Gen. 6873
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
    2013
  • ISCRIZIONI sulla veste di Ferdinando - IE LAI EN PRINS - lettere capitali -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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