Madonna Moscardo. Madonna con il bambino
dipinto
1510 - 1510
Morone Francesco (1471 Ca./ 1529)
1471 ca./ 1529
Il dipinto raffigura la Madonna con il bambino in braccio. Dietro, un drappo coronato da perle e gioielli che ai lati lascia vedere un paesaggio con un fiume e edifici
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Morone Francesco (1471 Ca./ 1529)
- LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
- NOTIZIE STORICO CRITICHE «La Vergine Madre, con il Bambino, mano di Girolamo dai Libri veronese»: così, nelle "Note overo memorie del Museo del conte Lodovico Moscardo", lo storico veronese registrava la tavola tra i circa duecento dipinti della sua quadreria (Moscardo 1672, p. 468). Il «Museo», composto da collezioni le più svariate, secondo il modello della "Wunderkammer" barocca, fu disperso nel secolo successivo; una parte cospicua (i disegni e soprattutto le raccolte di "naturalia" acquistate dagli eredi di Francesco Calzolari) passò per vie matrimoniali alla famiglia Miniscalchi. La tavola, che va probabilmente identificata nella «Madonna sedente col bambino in seno, e poco paese» segnalata nel 1718 da Bartolomeo Dal Pozzo ancora in casa Moscardo, ricomparve alla metà dell’Ottocento nelle mani di Cesare Bernasconi, forse dopo un passaggio nella collezione di Francesco Caldana (Guzzo 1992-1993). Nel catalogo a stampa della quadreria pubblicato nel 1851, dove il dipinto è riprodotto in un’incisione di Lorenzo Muttoni, il proprietario conservava ancora la vecchia attribuzione a Girolamo, ma già negli "Studj" del 1864 ripiegava, consigliato probabilmente dal pittore Carlo Ferrari, suo consulente in materia artistica, sul nome di Francesco Morone. Gianni Peretti (2010, p. 274) ricordava che alla National Gallery di Londra si conserva una versione del dipinto che vede le due figure maggiori rovesciate in controparte e uno sfondo paesaggistico diverso: anch’essa su tavola (62,6 x 43,6 cm, inv. 285), fu acquistata nel 1855 a Venezia presso Francesco Galvagna, già presidente della locale Accademia di Belle Arti. Recentemente Nicholas Penny ha potuto appurare, grazie all’impiego di un lucido tracciato sulla prima e applicato sulla seconda, che le due "Madonne" sono state dipinte utilizzando lo stesso cartone. Egli ha notato inoltre che la versione londinese è il frammento di una tavola di maggiori dimensioni, probabilmente una pala d’altare (Penny 1996, pp. 23-28). Ne segue che, con tutta probabilità, essa precede cronologicamente la redazione veronese, realizzata per una meno impegnativa destinazione privata. Benché manchino appigli concreti per una datazione sicura, Peretti (2010) proponeva di datare la "Madonna" di Castelvecchio verso il 1510, perché i caratteri stilistici della produzione giovanile di Morone (l’arditezza cromatica, la semplificazione volumetrica) hanno ormai perduto quegli eccessi programmatici che si ravvisano nelle opere dipinte ad apertura di secolo. La striscia verticale di paesaggio sulla sinistra, dove appaiono alcuni edifici dal sapore inequivocabilmente nordico, riproduce lo sfondo di un’incisione giovanile di Dürer, il cosiddetto "Mostro marino" (Bartsch, 1808, VII, n. 71). Si tratta dell’unica ripresa letterale di Francesco Morone dalla produzione grafica del collega tedesco, a fronte delle molte che si possono individuare nelle opere del socio e amico Girolamo Dai Libri. In particolare, Girolamo utilizza lo stesso rame in una "Natività" miniata del Cleveland Museum of Art (J.H. Wade Collection, inv. 53.281). Questo foglio giovanile, che non è assolutamente possibile spingere oltre il 1498, può essere considerato la prima citazione sicura in Italia da una stampa dureriana (Peretti 1996, p. 35). (da Gianni Gianni Peretti 2010, p. 274)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715212
- NUMERO D'INVENTARIO 1463
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0