Madonna con il bambino in trono e i santi Giuseppe, Girolamo, Antonio abate e Rocco. Madonna con il bambino in trono e i santi Giuseppe, Girolamo, Antonio abate e Rocco

dipinto murale 1515 - 1515

Dipinto murale composto da due brani pittorici distinti. All’interno di un arco decorato con elementi vegetali e frutti si svolge una sacra conversazione: al centro è raffigurata la Madonna in trono con il Bambino benedicente; ai lati si trovano san Giuseppe, san Girolamo, sant’Antonio abate e san Rocco. Sotto il trono è visibile una torre in mattoni

  • OGGETTO dipinto murale
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a affresco
  • ATTRIBUZIONI Morone Francesco (1471 Ca./ 1529)
  • LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'affresco si trovava «sopra una casa che si vede quando si cala il Ponte delle Navi per andar a San Polo, a man manca», scrive Vasari, e Dalla Rosa aggiunge «sopra la pistoria situata rimpetto alla strada, detta il Rivone della Vittoria». Antico numero civico 5522, precisano le fonti ottocentesche, corrispondente all'attuale via San Paolo 3. La bottega del fornaio era ancora esistente nel 1849, quando il proprietario Agostino Facci, «fabbricatore di pane e paste da minestra», chiede di poter applicare sulla facciata un'insegna pubblicitaria, preoccupandosi di precisare che essa non avrebbe coperto «la tanto celebre pittura del Morone», ma solo l'immagine del ponte, «opera del resto posteriore, e manomessa» (ASVr, "I.R. Congregazione Municipale", b. 1079; Schweikhart 1973, p. 213). Sotto la scena sacra, infatti, era stata dipinta una veduta del Ponte delle Navi, sul quale si vedevano transitare alcune persone. In uno schizzo del 1870 conservato alla Biblioteca Marciana di Venezia, Giovan Battista Cavalcaselle aveva riprodotto l'immagine nella sua interezza; in calce, una raccomandazione al collega inglese Joseph Archer Crowe di far aggiungere il ponte nell'incisione destinata all'"History of Painting in North Italy" (1871). Questo consiglio, tuttavia, non fu seguito. Non solo, quando nel 1875 Pietro Nanin fu incaricato di staccare l'affresco (insieme ad un suo sperimentato collaboratore, il capomastro Francesco Fraizzoli), egli ignorò completamente la parte sottostante, limitandosi ad inserire un frammento della torre scaligera che si innalzava al centro del ponte nel basamento del trono della Madonna. Questo modo di procedere irritò profondamente Cavalcaselle, e ancor più la libertà con cui Lorenzo Muttoni condusse il successivo restauro. Alle severe censure del commendatore, ribadite durante un sopralluogo a Verona nell'ottobre 1881, rispose il conservatore del Museo Carlo Alessandri, che aveva diretto tutta l'operazione. Egli affermò che il dipinto era stato danneggiato non da Muttoni, il quale si era limitato a togliere una macchia di fuliggine nell'aria e a rifare poche foglie e frutta dei festoni decorativi, quanto piuttosto da antichi e irreparabili ritocchi eseguiti con colori ad olio (cfr. Magagnato 1973; AMC, anno 1875, minute di Carlo Alessandri datate 2 febbraio e 25 agosto). La data 1515 ha sempre fatto del dipinto un punto fermo nel catalogo del suo autore, nel quale precede immediatamente le ante di Santa Maria in Organo, dipinte insieme a Girolamo Dai Libri. Queste tele, ora nella parrocchiale di Marcellise, e la pala un tempo nella chiesa olivetana di Roncanova (inv. 6439-1B0414) sono le opere con le quali l'affresco dialoga in modo più serrato. Vi ritroviamo enfatizzati alcuni elementi linguistici tipici di Morone: l'amore per la simmetria, l'euritmia compositiva, una staticità ieratica e solenne, mentre le forme si dilatano rispetto alle opere giovanili, ma senza mai attingere la monumentalità e la forza della 'maniera moderna', che saranno sempre estranee all'artista, anche nelle sue cose più tarde. Citata da Vasari con gran lode, ammiratissima da tutte le fonti locali, considerata da Burckhardt il capolavoro di Francesco, l'opera ha sempre goduto di una straordinaria fortuna, come testimoniano le numerose copie e traduzioni grafiche che ci sono rimaste. Oltre a quelle già citate si possono ricordare un disegno di Gaetano Chiamenti del 1841, preparatorio probabilmente per un'incisione (BCVr, ms 998, foglio sciolto di mm 685 x 570), e la litografia di Pietro Nanin pubblicata tra i "Disegni di varie dipinture a fresco" del 1864 (ne esiste una copia acquerellata dall'autore: Schweikhart 1983, tav. 22). Dell'affresco è noto anche il disegno preparatorio, un foglio a sanguigna molto accurato conservato presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (mm 188 x 143, inv. 596 E; Marinelli 2000, n. 8). Tradizionalmente attribuito a Giovanni Bellini, Crowe e Cavalcaselle per primi ne indicarono il rapporto con il dipinto di Morone (1871, I, p. 492 nota1). Si tratta di uno dei tre soli disegni attualmente conosciuti che si possono riferire con certezza all'artista (Eberhardt 1998, pp. 137-143). (da Gianni Peretti 2010, pp. 275-276)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715213
  • NUMERO D'INVENTARIO 1444
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • ISCRIZIONI entro cartiglio - MISERATRIX VIRGI / NVM REGINA NOSTRI / MISERERE M.D.XV - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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