Iniziale "C[onfitemini Domino quoniam bonus]". monaco benedettino in preghiera
miniatura
1501 - 1502
Dai Libri Francesco (1450 Ca./ 1503-1506)
1450 ca./ 1503-1506
Iniziale "C[onfitemini Domino quoniam bonus]" di colore rosa chiaro, ornata con fregi azzurri e verdi, figurata con monaco benedettino con le mani giunte, entro campo esterno in lamina d’oro. Il vano centrale figurato di forma ovale è contornato da una fascia in porporina. Sul verso elementi di due righi con qualche sillaba in inchiostro bruno
- OGGETTO miniatura
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MATERIA E TECNICA
ORO
pergamena/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Dai Libri Francesco (1450 Ca./ 1503-1506)
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La miniatura fa parte di un gruppo di iniziali figurate che hanno in comune aspetti stilistici e aspetti formali (la generale impostazione grafica, l’ampiezza dei tetragrammi, le grafie degli scriptores -Maestro B, tranne invv. 995-1B0311 e 4423-1B1724, Maestro A1-, ma soprattutto, la regola di lineazione), provenienti da un salterio benedettino degli olivetani di Santa Maria in Organo. In particolare costituiva l'iniziale del salmo 105, "Sabbato ad Matutinum in II Nocturno", che prosegue sul verso con i versetti 7-8. L’unica disomogeneità del gruppo è osservabile nel modo di ritagliare le iniziali: chi ha risparmiato i soli ovali centrali non può essere stata la stessa persona che ha diligentemente ritagliato le altre capitali, né la persona che ha tagliato gli ampi lembi rettangolari delle due miniature del Metropolitan Museum, (New York, The Metropolitan Museum, Rogers Fund, 1912, invv. 12.56.3, 12.56.4), che appartengono a questo libro. Nessun indizio lascia credere che il diverso modo di procedere segnali diversità di libro originario; indica, semmai, attori diversi, forse momenti successivi di attività di ritaglio. La considerazione che prevalgono di gran lunga gli aspetti unificanti ha portato a costituire un gruppo numeroso di ritagli con un denominatore comune. Si è trattato, anzitutto, delle ricostruzioni testuali: le frasi ricomposte appartengono tutte a salmi o a inni individuati. I salmi e soprattutto gli inni accertati hanno ricevuto successiva conferma dall’essere presenti nei due libri gemelli, salterio feriale e innario, del monastero di San Zeno Maggiore, copiati e illuminati poco prima della metà del Quattrocento (Yale University, Beinecke Library e Verona, Biblioteca Civica). Il monastero di Santa Maria in Organo commissionò un salterio ai Dai Libri, che lo portarono a termine nel 1502. I documenti abbaziali superstiti attestano un versamento parziale a Girolamo, il 7 ottobre di quell’anno: «Lire dodese soldi dese denari tri have maestro Jeronimo depintor miniatore per resto e compì pagamento dele miniature del psalterio» (ASVr, S. Maria in Organo, reg. 43, Uscite, c. 109v; Canossa 1911, p. 39). Nel 1502 la bottega, che era stata di Stefano e poi di Francesco, era ormai passata in mano a Girolamo. Ciò non toglie che Francesco fosse ancora attivo, lo conferma il fatto che l’unica miniatura documentata del vecchio maestro è del primo dicembre 1503, un anno dopo il compimento del salterio. E, per di più, i suoi modelli, i suoi disegni, i suoi insegnamenti, continuavano a essere il riconosciuto patrimonio dell’impresa di famiglia. Ma, svoltato il secolo, è Girolamo il referente e a lui il monastero paga i lavori. Gli aiuti si rivelano nello scadere della qualità, con immagini che non reggono il confronto con quelle di Girolamo ma nemmeno con quelle qualitativamente inferiori di Francesco. Girolamo dà nel salterio una buona prova di maturità e si esprime con solidità di disegno, perfezione di dettaglio, coloritura densa e viva, raggiungendo in qualche miniatura esiti tra i più felici. In alcune miniature, come nella "Domine in virtute tua" con Cristo risorto (inv. 995-1B311), emerge l’attenzione di Girolamo, meditata e consapevole, sulle opere di Mantegna, del cui linguaggio sono sempre offerte citazioni. Tale interesse venne certo ravvivato dalla nuova pala dipinta per Santa Maria in Organo sul finire del secolo. Intensamente espressive sono anche altre iniziali, come l’"Exsultate justi in Domino" (inv. 4478-1B1779), con musici e cantori presi a pretesto per un affollato défilé di teste di carattere, alle quali, più che il suono, sembra importare la manifestazione dello stato d’animo. O l’ignudo profeta che implora la salvezza dalle acque insidiose, all’apparenza tranquille (inv. 4370-1B1671). Girolamo arriva a dare il meglio di sé in alcune figure dell’innario: San Giovanni battista (inv. 4368-1B1669), i Santi Pietro e Paolo (inv. 4361-1B1662), San Benedetto (inv. 4362-1B1663), nel Monaco olivetano in ginocchio entro un paesaggio incredibilmente dilatato (inv. 4425-1B1726). Laddove il giovane Girolamo emerge per la forza, l’anziano Francesco, esasperando i tratti di un filone narrativo che gli è connaturato, allinea, come in un racconto dell’assurdo, personaggi dolci e stralunati. La sua mano si può forse riconoscere nel tragicomico Giovanni battista (inv. 4445-1B1746); il Profeta che invoca dal profondo dell’abisso (inv. 4446-1B1747); due stupefatti Monaci benedettini, tra cui la presente iniziale, (invv. 4457-1B1758 e 4466-1B1767); gli Israeliti in viaggio (inv. 4470-1B1771); il Santo con libro e piviale dal volto inebetito (inv. 4476-1B1777). ||||(da Gino Castiglioni 2010, pp. 330, 338-339)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717650
- NUMERO D'INVENTARIO 4457
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI sul verso - [ascendent]es in ma[re Rubro, et salvavit eos propter nom]en suum u[t notam faceret potentiam suam] - gotica libraria -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0