Il trasporto della farchia

a cura di Omerita Ranalli, pubblicato il 07/09/2021

Roberto Monasterio, Il trasporto della farchia a spalla, 2009, fotografia digitale Su gentile concessione dell'autore dell'immagine
Roberto Monasterio, Il trasporto della farchia a spalla, 2009, fotografia digitale

dal Catalogo

La farchia viene portata nel piazzale della Chiesa di Sant’Antonio il pomeriggio del 16 gennaio; mentre in passato le farchie venivano sempre trasportate a spalla, oggi alcune contrade ricorrono di un trattore con rimorchio. Solo alcune contrade continuano a trasportare la loro farchia a spalla, caricandola su due travi (dette “filagne”): tra queste, il gruppo dei farchiaioli di Fara centro, quello di Via Madonna e quello di Contrada Giardino.

Nel caso in cui si utilizzi il trattore, la farchia – sempre per mezzo di due travi su cui viene poggiata, le “filagne” - viene sollevata e caricata su di un rimorchio, in modo che la base sia posizionata nella parte anteriore del rimorchio; sul cofano del trattore viene collocata un’icona di Sant’Antonio, a volte accompagnata da addobbi floreali, sulla farchia una o più bandiere nazionali. I contradaioli accompagnano la farchia, alcuni salgono sul rimorchio o direttamente sulla farchia: di solito questa posizione è riservata ai suonatori di organetto o di fisarmonica; durante il percorso viene eseguito il brano devozionale in onore del santo. La farchia viene poi fatta scendere dal trattore da un gruppo di portatori, e posizionata a terra.

 

Quando la farchia viene trasportata a mano si organizzano i gruppi dei portatori; ogni gruppo è composto da circa 16-18 farchiaioli, che si dispongono su entrambi i lati alla distanza di circa un metro l’uno dall’altro, e caricano la farchia a spalla per mezzo delle “filagne”. Si cammina in maniera cadenzata, battendo i piedi a tempo di marcia, e generalmente l’andatura è abbastanza veloce, tanto che nelle curve è necessario che alcuni anziani farchiaioli, non più in grado di provvedere al trasporto, intervengano per frenare la farchia. Durante il tragitto i portatori più alti si dispongono all’inizio della farchia, per affrontare la discesa, mentre per l’ultimo tratto, in salita, è necessario invertire le parti; si stima che ciascuno porti su di sé un peso di circa 50 kg. Nonostante la presenza della banda, che accompagna la farchia di Fara centro, anche qui si formano gruppi spontanei di suonatori che eseguono il canto devozionale in onore del santo. Generalmente un suonatore di organetto o di fisarmonica viene portato a cavalcioni sulla farchia. La farchia viene trasportata in modo che il “piticone” stia nella parte anteriore, addobbato da un’icona del santo e da fiori; tutta la farchia è sovrastata da una o più bandiere nazionali, grandi e piccole.

 

Alla partenza e all’arrivo si grida in onore del santo (“Oh, sant’Antone!”); una batteria di fuochi pirotecnici dà l’avvio alla marcia. I capofarchia danno gli ordini per caricare la farchia: “a braccio!”, “a spalla!”, e in questo modo si procede sia per caricare la farchia sia per metterla a terra una volta raggiunto il piazzale.

Ogni contrada ha un suo orario per la partenza e per l’ingresso nel piazzale; i turni sono stabiliti dal Comune. Generalmente il gruppo di Fara centro parte alle 15. Prima della partenza vengono recitate le litanie in onore del santo; subito dopo, accompagnati da una banda di ottoni, i portatori si mettono in cammino per raggiungere il piazzale, seguiti dalla comunità (solo gli anziani restano in paese, ma accompagnano per un tratto la farchia, fino alla curva grande di uscita dal paese).

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