Il varo del primo motore
Mastr’Antonio Martino, nel suo cantiere, aveva progettato e costruito a mano per Raffaele Santoro, della famiglia marinara iri Zagarògni, la Sant’Antonio, il primo “motore” della marineria di Cariati.
Foto famiglia. Zolli - collezione privata di Assunta Scorpiniti
Autore ignoto, Il varo del primo motore, Esterno, fotografia digitale
dal Catalogo
Mastr’Antonio Martino, nel suo cantiere, aveva progettato e costruito a mano per Raffaele Santoro, della famiglia marinara iri Zagarògni, la Sant’Antonio, il primo “motore” della marineria di Cariati, dotato di due battelli a remo di 18 e 22 palmi. Aveva fatto tutto lui, persino predisposto l’impianto del motore, in senso letterale, di oggetto meccanico: un Arona a manovella con elica di 16 cavalli, del peso di una tonnellata, che sarebbe stato montato al momento della messa in mare. (…) Il varo era fissato per le nove di mattina, ma già da alcune ore c’era movimento di persone lungo il tratto litorale. I marinari erano tutti lì, pronti a dare la forza delle braccia. Nemmeno loro sarebbero andati a mare, in quel giorno di festa del 18 marzo del 1950, che non era nemmeno domenica. (…) Alcuni della ciurma, addetti alle falanghe, già spalavano la sabbia collocandovi le grosse traverse in posizione inclinata, a breve distanza l’una dall’altra; un altro gruppo, man mano che la barca sarebbe scivolata di prua, le avrebbe sollevate dalla parte posteriore riposizionandole sul davanti. La tensione era alta, perché i movimenti dovevano essere precisi e sincronizzati. Non sia mai un piccolo errore… potevano esserci danni allo scafo. Gli astanti assistevano a bocca aperta alle manovre, guidate dal maestro d’ascia con accanto il capo ciurma che sarebbe stato padrone della barca solo dopo la messa in mare...
Foto famiglia. Zolli - collezione privata di Assunta Scorpiniti
Il varo del primo motore
Assunta Scorpiniti, Sulle onde della luna. Donne di mare, storie di pesca, Rossano, 2012