Ritratto di Filippo Emanuele di Savoia

dipinto, post 1751 - ante 1790

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto con taglio poco al di sotto della spalla. Il corpo è quasi frontale e il viso ruotato di lieve tre quarti. Lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Un golilla profila il volto, giovanile. Indossa un’armatura ornata da bande dorate con decoro composto da nodo di Savoia e motivi vegetali stilizzati. Al collo porta il collare dell’ordine della SS.ma Annunziata. Sfondo neutro di colore scuro. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e verniciato. Tipologia a gola; battuta liscia e fasce modanate

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • MISURE Altezza: 53.5 cm
    Larghezza: 40 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Contrariamente a quanto indicato sulla tela, l’effigiato non corrisponde, né al duca Emanuele Filiberto (1528-1580), identificazione evidentemente erronea in considerazione dei caratteri dell’abbigliamento e dell’età del giovane raffigurato, né al nipote, omonimo, per il quale si giustificherebbe l’iscrizione Emanuele Filiberto II (1588-1624), ovvero il futuro viceré di Sicilia, ma al fratello maggiore Filippo Emanuele. Figlio primogenito del duca Carlo Emanuele I e dell’infanta Caterina Micaela, nacque nel 1586 e morì nel 1605, durante lo sfortunato viaggio di istruzione e accreditamento presso la corte spagnola intrapreso insieme ai fratelli Vittorio Amedeo e, appunto Emanuele Filiberto tra il 1603 e il 1606. L’identificazione è stata determinata dal confronto e dalle somiglianze con altre tele, collocabili ai primi anni del Seicento, sempre conservate a Racconigi, che mostrano il principe a mezzo busto in età adolescenziale. Quest’ultimo elemento, indurrebbe dunque a collocare la data di esecuzione del prototipo che l’opera in oggetto riprende intorno al 1603-1605. La tela in esame, invece, suggerisce nei toni di colore e nello stile un gusto settecentesco. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399579
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5606
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5606 (giallo) - numeri arabi -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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