Iniziale con lettera greca "X", figurata con "Santo monaco olivetano che legge un libro rosso". Santo olivetano
miniatura
1501 - 1502
Dai Libri Girolamo (1474/ 1555)
1474/ 1555
Iniziale con lettera greca "X", figurata con santo monaco olivetano che legge un libro rosso, di colore rosa chiaro. Sul verso due sillabe di scrittura in inchiostro bruno e rosso, tra i resti di due tetragrammi tracciati in inchiostro rosso con notazione quadrata in inchiostro bruno
- OGGETTO miniatura
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MATERIA E TECNICA
pergamena/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Dai Libri Girolamo (1474/ 1555)
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La miniatura fa parte di un gruppo di iniziali figurate che hanno in comune aspetti stilistici e aspetti formali (la generale impostazione grafica, l’ampiezza dei tetragrammi, le grafie degli scriptores -Maestro B-, ma soprattutto, la regola di lineazione), provenienti da un innario benedettino degli olivetani di Santa Maria in Organo. In particolare si tratta della lettera greca "X", iniziale del monogramma «XPE», abbreviazione per «Christe». Il santo monaco olivetano potrebbe essere identificato quasi sicuramente con san Mauro, immancabile, con Benedetto, Scolastica e Placido, nel santorale benedettino. Un conforto a questa supposizione viene dall’iniziale, probabilmente relativa all’inno "Xpe sanctorum decus atque virtus", presente negli innari di San Zeno (Yale e Biblioteca Civica di Verona) sia per san Mauro, "ad Laudes", sia per santa Scolastica, "ad Vesperas". Benché considerata remota, si accenna all’eventualità che la ricorrenza liturgica celebrata sia direttamente san Benedetto (21 marzo), con l’inno "Xpi favente gratia" (Yale, 148); il frammento di testo del verso potrebbe allora essere identificato con «[im]mensa s[pes credentium]», dall’inno "Fit porta Christi pervia" (RH 6346; AH, XXVII, 118), per l’Annunciazione (festa immediatamente consecutiva, 25 marzo), non presente però negli innari quattrocenteschi veronesi. L’unica disomogeneità del gruppo è osservabile nel modo di ritagliare le iniziali, ma nessun indizio lascia credere che il diverso modo di procedere segnali diversità di libro originario; indica attori diversi, forse momenti successivi di attività di ritaglio. La considerazione che prevalgono gli aspetti unificanti ha portato a costituire un gruppo numeroso di ritagli con un denominatore comune. Si è trattato, anzitutto, delle ricostruzioni testuali: le frasi ricomposte appartengono tutte a salmi o a inni individuati. I salmi e soprattutto gli inni accertati hanno ricevuto successiva conferma dall’essere presenti nei due libri gemelli, salterio feriale e innario, del monastero di San Zeno Maggiore, copiati e illuminati poco prima della metà del Quattrocento (Yale University, Beinecke Library e Verona, Biblioteca Civica). Il monastero di Santa Maria in Organo commissionò un salterio ai Dai Libri, che lo portarono a termine nel 1502. I documenti abbaziali superstiti attestano un versamento parziale a Girolamo, il 7 ottobre di quell’anno: «Lire dodese soldi dese denari tri have maestro Jeronimo depintor miniatore per resto e compì pagamento dele miniature del psalterio» (ASVr, S. Maria in Organo, reg. 43, Uscite, c. 109v; Canossa 1911, p. 39). Nel 1502 la bottega, che era stata di Stefano e poi di Francesco, era ormai passata in mano a Girolamo. Ciò non toglie che Francesco fosse ancora attivo, lo conferma il fatto che l’unica miniatura documentata del vecchio maestro è del primo dicembre 1503, un anno dopo il compimento del salterio. E, per di più, i suoi modelli, i suoi disegni, i suoi insegnamenti, continuavano a essere il riconosciuto patrimonio dell’impresa di famiglia. Ma, svoltato il secolo, è Girolamo il referente e a lui il monastero paga i lavori. Gli aiuti si rivelano nello scadere della qualità, con immagini che non reggono il confronto con quelle di Girolamo ma nemmeno con quelle qualitativamente inferiori di Francesco. Girolamo dà nel salterio una buona prova di maturità e si esprime con solidità di disegno, perfezione di dettaglio, coloritura densa e viva, raggiungendo in qualche miniatura esiti tra i più felici. In alcune miniature, come nella "Domine in virtute tua" con Cristo risorto (inv. 995-1B311), emerge l’attenzione di Girolamo sulle opere di Mantegna, del cui linguaggio sono sempre offerte citazioni. Tale interesse venne certo ravvivato dalla nuova pala dipinta per Santa Maria in Organo sul finire del secolo. Intensamente espressive sono anche altre iniziali, come l’"Exsultate justi in Domino" (inv. 4478-1B1779), con musici e cantori presi a pretesto per un affollato défilé di teste di carattere, alle quali, più che il suono, sembra importare la manifestazione dello stato d’animo. O l’ignudo profeta che implora la salvezza dalle acque insidiose, all’apparenza tranquille (inv. 4370-1B1671). Girolamo arriva a dare il meglio di sé in alcune figure dell’innario: San Giovanni battista (inv. 4368-1B1669), i Santi Pietro e Paolo (inv. 4361-1B1662), San Benedetto (inv. 4362-1B1663), nel Monaco olivetano in ginocchio entro un paesaggio incredibilmente dilatato (inv. 4425-1B1726). Laddove il giovane Girolamo emerge per la forza, l’anziano Francesco allinea personaggi dolci e stralunati. La sua mano si può forse riconoscere nel tragicomico Giovanni battista (inv. 4445-1B1746); il Profeta che invoca dal profondo dell’abisso (inv. 4446-1B1747); due stupefatti Monaci benedettini (invv. 4457-1B1758 e 4466-1B1767); gli Israeliti in viaggio (inv. 4470-1B1771); il Santo con libro e piviale dal volto inebetito (inv. 4476-1B1777). ||||(da Gino Castiglioni 2010, pp. 334, 338-339)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717664
- NUMERO D'INVENTARIO 4474
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI sul verso - mensas s - gotica libraria -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0