Madonna con il bambino. Madonna con il bambino
dipinto
ca 1535 - ca 1535
Torbido Francesco Detto Moro (1482-1485/ 1561 Ca)
1482-1485/ 1561 ca
Il dipinto raffigura la Madonna con il bambino, il quale è seduto su un cuscino appoggiato sulle ginocchia della madre. La Vergine, ritratta di trequarti a destra, tiene in mano un libro. Alle loro spalle, a sinistra, una tenda e, a destra, un paesaggio con figure
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Torbido Francesco Detto Moro (1482-1485/ 1561 Ca)
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Opera di sicura autografia, è quasi certamente identificabile con la «Madonna e Bambino, mezza figura al naturale, assai bella» di Francesco Torbido, ricordata nel 1822 nella collezione di Francesco Caldana a Verona (Descrizione 1822) e passata poi con altri quadri della stessa raccolta in quella di Cesare Bernasconi (Aleardi 1851). Ritenuta da Bernardini (1902) un esempio del precoce manifestarsi di tendenze veneziane nella pittura di Torbido, è datata da Dirce Viana (1933) intorno alla metà del terzo decennio, in prossimità del "Ritratto di vecchio" della Pinacoteca di Brera e in stretto rapporto iconografico e stilistico con la "Sacra famiglia, san Francesco e il conte Francesco Sambonifacio" del Museo di Castelvecchio (n. inv. 4140-1B0210). Di quest’ultima riprende, infatti, il gruppo della Vergine e del bambino, nel quale la Viana ravvisa evidenti affinità con Giovan Francesco Caroto, qui variato nell’atteggiarsi delle figure contro lo stesso tendaggio verde oliva, ma identico nella disposizione delle vesti e negli accordi cromatici. Lo spostamento di almeno un decennio rispetto alla cronologia suggerita da Viana, già proposto sulla base di considerazioni esterne per la Pala Sambonifacio (Repetto Contaldo 1984a), pare senz’altro da confermare anche per questa Madonna, «ancora avvolta nella luce calda e affocata fra Giorgione e Savoldo» (Calì 2000), ma già segnata da una decisa ripresa di modi raffaelleschi, analoga a quella che caratterizza gli affreschi eseguiti nel 1535 nell’abbazia di Rosazzo su commissione del vescovo Gian Matteo Giberti (Repetto Contaldo 1988). (da Marina Repetto Contaldo 2010, p. 412)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717780
- NUMERO D'INVENTARIO 5551
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0