San Michele Arcangelo. San Michele Arcangelo

decorazione pittorica, 1891 - 1891

Nel primo riquadro è raffigurato S. Francesco di Paola, la cui usuale iconografia lo presenta come un anziano frate con la barba bianca e l’abito dei Minimi, di colore bruno, caratterizzato da un corto scapolare arrotondato agli angoli. Nel dipinto il Santo porta il bastone, sospesa al di sopra della testa la scritta “Charitas” che rappresenta il suo attributo iconografico e, solitamente, è posizionata in alto tra quattro cherubini. La figura intera è sistemata al centro della composizione e la struttura compositiva risulta simmetrica. La scena si apre su un paesaggio e in basso a destra del santo, è rappresentato il miracolo per cui è più conosciuto: l’attraversamento dello Stretto di Messina. I colori sono luminosi, la luce è frontale, il volume è reso mediante prospettiva lineare. Nel secondo riquadro è raffigurata la Madonna con in braccio il Bambino secondo il convenzionale tipo iconografico orientale, la Vergine ritratta di fronte e il Bambino eretto, completamente vestito e benedicente, entrambi sono provvisti di corona. La Madonna indossa un vestito a fiori e il manto azzurro con le stelle. La figura intera circondata da angeli e cherubini, è posta su una nuvola al centro della composizione, sopra di Lei viene raffigurato Dio Padre benedicente, circondato da una nuvola e immerso nella luce. I colori sono luminosi, la luce proviene dall’alto e anche qui si denota una certa simmetricità della struttura compositiva. Nel terzo riquadro è raffigurato San Michele Arcangelo, egli è considerato “capo supremo dell’esercito celeste” cioè degli angeli in guerra contro il male, nel capitolo dodicesimo del libro dell’Apocalisse è descritta la vittoria della sua ultima battaglia contro Satana e i suoi sostenitori, per questo motivo è quasi sempre raffigurato come guerriero. La figura intera è centrale e lo spazio si apre su un paesaggio infernale in basso e un vortice di luce in alto. L’angelo alato, in armatura porta la spada nella mano destra con la quale sconfigge Satana che giace sotto i suoi piedi con sembianze semiumane, mentre con l’indice della mano sinistra indica l’iscrizione nella luce “Quis ut Deus “, che secondo la religione cristiana sarebbe la frase che pronunciò scagliandosi contro Lucifero quando questi mise in discussione il potere di Dio. Il contrasto tra la luce diffusa a raggiera della parte superiore del dipinto e il buio della parte inferiore sembra quasi voler dividere in due sezioni la composizione e simbolicamente indicare l’eterno contrasto tra bene e male. Il volume è reso mediante gradazione cromatica. Tutti e tre i dipinti sono racchiusi da una cornice in stucco dipinto d’azzurro che richiama quello dell’altare. Pur trattandosi di opere destinate ad uso devozionale l’insieme risulta gradevole e ben armonizzato

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