Cattedrale vecchia di Molfetta

Duomo Vecchio di San Corrado
a cura di Veronica Santoni, Cecilia Perrone, pubblicato il 02/02/2022

Edificata in contatto diretto con il mare, la chiesa è stata Cattedrale della diocesi di Molfetta fino al 1785 quando era intitolata a Santa Maria Assunta; l'ex cattedrale, poi dedicata a San Corrado, patrono della città, si erge nel limite nord del borgo antico della città proprio a ridosso del mare, infatti la banchina cosiddetta "del Seminario" che separa il monumento dall'acqua venne costruita solo nel XIX secolo, il lungomare venne costruito in epoca fascista e ulteriori lavori sono stati ultimati nel XXI secolo; è sicuramente uno dei molti esempi da inserire nel fenomeno di urbanizzazione del territorio costiero barese avviato dai Normanni a partire dal 1071, anno della conquista di Bari. Gli studiosi hanno rilevato notizie sulla fondazione della chiesa risalenti sicuramente al 1184, anno in cui la chiesa era in costruzione, e al 1285, anno in cui la chiesa non sembra essere ancora terminata; sembra essere comunque accertata la costruzione della chiesa in due momenti differenti e si può fare di certo risalire la sua origine, nonostante la scarsità di documenti, alla prima metà del XII secolo e riconoscere altri interventi nel corso del XIII secolo. La posizione della basilica non è affatto singolare, ma è significativa della protezione offerta non solamente alla città ma anche alle attività marittime della città stessa. L'architettura è stata infatti definita dalla studiosa Arianne Carannante, come pseudo-palaziale, proprio ad indicare la sua funzione sacrale ma anche difensiva: la vicinanza al mare la espone infatti ai pericoli derivanti dal mare. Questo elemento mette l'ex cattedrale in una diretta discendenza con la Basilica di San Nicola a Bari, da cui derivano modelli e soluzioni costruttive. 


dal Catalogo

La basilica è esternamente caratterizzata dalla presenza di due alte torri, una campanaria e una di avvistamento e da tre cupole allineate lungo l'asse longitudinale del corpo di fabbrica, che poggiano su tamburi poligonali di altezza variabile, un elemento che rende la struttura estremamente particolare; il tetto, in corrispondenza delle navate laterali è a spiovente con una falda per lato. L'attuale facciata principale, che si apre sul lato occidentale, si presenta piuttosto sguarnita, un dettaglio che, guardando alle altre facciate induce subito a pensare che la sua originaria funzione non fosse quella odierna; addossate alla facciata sorgono due cappelle a forma di bastione quadrangolare scoperchiato che, collegate tra loro un tempo formavano la cappella dedicata a San Corrado, oggi non più esistente. Lungo le altre facciate, a movimentare l'alzato del Duomo, si aprono altre cappelle gentilizie costruite nel corso dei secoli. Il secondo ingresso si apre nella facciata laterale a sud, decisamente più ricco in decorazioni, con una lunetta ornata e due nicchie ospitanti due statue cinquecentesche raffiguranti i Santi Nicola e Corrado. La più notevole da un punto di vista scenografico è sicuramente la facciata absidale, sul lato est, che viene riconosciuta dagli studiosi come una delle parti dell'originario corpo di fabbrica della chiesa: delle pregevoli arcate cieche a sesto acuto e a tutto sesto si intrecciano creando un motivo dal gusto orientale, con elementi tipici dello stile romanico come le protomi umane e animali che fungono da mensole; dei pilastrini lievemente aggettanti scandiscono verticalmente la parete creando ampie campate. Da questa facciata svettano le due torri postiche, anch'esse attribuite ai primordi della fabbrica.

Internamente la chiesa si presenta come un'ampia aula basilicale con quattro grandi pilastri con colonne addossate che articolano le navate, di cui la centrale risulta essere la maggiore e la cui copertura è composta dalle imponenti cupole in asse. La più piccola, che si erge precisamente sopra il presbiterio, è semisferica ed è sorretta da quattro grandi arcate; è inoltre l'unica a poggiare su pennacchi. Le due cupole più grandi, differenti tra loro in dimensioni, si ergono sopra tamburi forati da finestrelle che permettono l’ingresso della luce naturale, e scaricano il loro peso sui pilastri centrali e sulle volte delle navate laterali che fungono da ulteriori contrafforti; queste ultime presentano una copertura a semibotte. La zona del transetto ospita al centro il presbiterio e l'abside centrale, la più grande delle tre, ai lati della quale si aprono due nicchie. Nel complesso l’interno della chiesa, seppur rimaneggiato nel corso dei secoli, restituisce la severa semplicità delle costruzioni medievali.

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Michele Zaccaria, Duomo di Molfetta, 2007 Wikipedia
Michele Zaccaria, Duomo di Molfetta, 2007

Bibliografia

Arianne Carannante, Julie Colaye, Marie Quillent (a cura di), Il Duomo di Molfetta, un edificio romanico tra terra e mare, Quel lieu choisir ? Implantation, représentation et mention de l’édifice et de l’objet (XIe-XVIIe siècle) Actes des journées doctorales internationales des 29 et 30 mai 2018, 2019 , pp. pp. 103-116
Per un'analisi della struttura architettonica

altri approfondimenti


Altre risorse