Carta iniziale "Ad te levavi". Madonna con Bambino

miniatura 1495 - 1496

Sul recto, iniziale "A" istoriata entro campo esterno in lamina d’oro con un gruppo di monaci olivetani in ginocchio sull’ingresso della loro chiesa, rivolti in preghiera verso l’Eterno in cielo. Nei quattro lati del foglio si svolge un fregio complesso: sul margine superiore, sul destro, e solo parzialmente sul margine sinistro (per lo più occupato dal continuare del fregio della grande iniziale) compare una sottile filigrana cosparsa di dischetti d’oro. La fascia inferiore propone un motivo fitomorfo e contiene tre medaglioni: due con gli organi, simbolo dell’abbazia, uno con la Vergine e il Bambino. Due medaglioni negli angoli superiori accolgono santi benedettini, probabilmente Mauro e Placido; nel margine destro, entro lacune della filigrana, si alternano fiori e animali, nel centro è collocato un medaglione con il simbolo di Monte Oliveto. Sul verso, due iniziali ("V", "U") azzurre, filigranate in rosso, una iniziale miniata ("G") in lamina d’oro, entro un rettangolo bipartito rosso e verde, campo centrale azzurro, non di mano dei Dai Libri. La lineazione è costituita da sei righi musicali (scriptor Maestro B) con tetragramma rosso e notazione quadra in inchiostro bruno

  • OGGETTO miniatura
  • MATERIA E TECNICA ORO
    pergamena/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Dai Libri Francesco (1450 Ca./ 1503-1506)
    Dai Libri Girolamo (1474/ 1555)
  • LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La pagina staccata faceva parte di un graduale proprio del tempo in più volumi. In particolare, era questa la carta iniziale del graduale dalla prima Domenica d'Avvento, un volume in parte miniato da Liberale da Verona (invv. 1377-1B0309, 4360-1B0321, 4359-1B1660) nel 1495-1496. Si può pensare che sul finire del Quattrocento, l’abbazia di Santa Maria in Organo rinnovasse i graduali del "Proprium Missarum de tempore", e che i volumi fossero almeno tre, con inizio rispettivamente dalla Prima Domenica d’Avvento, dalla Domenica delle Palme, dalla Pentecoste. Per la datazione vengono in aiuto l’analisi stilistica e gli antifonari di Castelfranco Veneto (Castiglioni 1985, pp. 17-25), datati 1500-1503, miniati da un maestro nell’atelier Dai Libri con iniziali non figurate. Sfogliando i superstiti registri dei conti di Santa Maria in Organo, si hanno notizie di alcuni pagamenti per miniature. Francesco Dai Libri, nel 1491, riceve un cospicuo compenso in natura: sette minali di frumento (Rognini 1986, p. 180 nota 39), successivamente, e ripetutamente, tra luglio 1495 e marzo 1496, è pagato con denari contanti. Anche a Girolamo sono fatti versamenti tra luglio e agosto 1495 (Canossa 1911, p. 39). I registri non menzionano apertamente alcun graduale, silenzio che tuttavia non induce a rifiutarne la possibilità. Nella pagina staccata esaminata nel catalogo generale del Museo di Castelvecchio da Gino Castiglioni (2010, pp. 303-305), è il paesaggio, molto simile a quello della "Natività" di Cleveland, a indicare Girolamo come l’autore di questa figura. Solo l’urgenza del «depenzer paesi […] animali, et paesi et casamenti» poteva spingere un miniatore a inventare un’abbazia olivetana sulla battigia. È pur vero che la fonte d’ispirazione prima fu proprio la chiesa di Santa Maria in Organo che allora si specchiava nel canale dell’Acqua Morta; ma non è un rivolo quello che costringe i monaci a ritirarsi verso un angolo, bensì un vasto pelago con bastimenti, e boscose rive, e castelli. Relegare, poi, nell’alto dei cieli l’"Eterno in gloria d’angeli", complice l’asta della "A", qui ben solidamente presente e non virtuale, come assai spesso avviene, è altro deliberato espediente per porre il paese al centro della scena, facendone il vero protagonista. Come affermato da Gino Castiglioni (2010, pp. 303-305), questo sentimento appartiene senza esitazioni a Girolamo. Il dubbio, semmai, sorge nell’osservare il fregio di filigrana e dischetti d’oro, poco consono a Girolamo e di derivazione ferrarese. Anche l’ornamento a volute nel bas-de page, ha origine nelle botteghe di Martino da Modena o dell’Argenta. I varchi rotondi che si aprono nella filigrana, abitati da animali: anatre, conigli, un daino, una cicogna, sono un bestiario caro a Francesco. Perfino il fiordaliso è un ricordo ferrarese. Il medaglione nella fascia inferiore con la "Vergine e il bambino" trascrive un piccolo dipinto di Domenico Morone (inv. 1291-B0143), o forse direttamente il suo modello, l’incisione di Andrea Mantegna. La laconica biografia di Francesco non ci dice dei suoi contatti con la città estense, o per lo meno con i suoi maestri, relazioni che indiscutibilmente si stabilirono, come traspare dal salterio della Trivulziana. E dai maestri ferraresi Francesco attinse modelli per i fregi e per la ricchezza dell’ornato. Il foglio con l'"Ad te levavi", come la pagina con la "Natività" di Brescia, potrebbe essere stato miniato a due mani, con intervento del giovane Girolamo nella grande iniziale, e nei medaglioni maggiori con Mauro e Placido e con la Vergine; ad opera del padre nell’ampia decorazione marginale in filigrana, non molto dissimile da quella dell'antifonario (inv. 1280-1B322), anch'esso di Francesco, di pochi anni prima. Simili partizioni, del resto, sono consuete nella confezione del manoscritto, dove un singolo foglio passa ripetutamente tra diverse mani specializzate. Ne è un esempio la "Natività" di Brescia, con iniziale e medaglioni del giovane Girolamo e con i fregi di Evangelista da Reggio. I due pagamenti, del 25 luglio e del 16 agosto 1495, fatti a Girolamo, a nessun altro titolo se non di «fiolo de magistro Francesco miniador» potrebbero essere riferiti a questo graduale. Il giovane, evidentemente, doveva essere ben noto ai monaci, ma l'incarico, con altrettanta evidenza, era stato dato a Francesco. D'altronde, nell'anagrafe del 1492, il diciottenne Girolamo non ha professione, e solo dieci anni dopo, nell'anagrafe del 1502, è definito per la prima volta «miniador» (Canossa 1911, pp. 38-39). (da Gino Castiglioni 2010, pp. 303-305)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717570
  • NUMERO D'INVENTARIO 1376
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • ISCRIZIONI sul verso - enim universi qui te expectant / non confundentur. Ps(almus, in rosso) Vi/as tuas Domine demonstra mi/chi et semitas tuas edoce me. / Gloria patri et filio etc. Gr(aduale) (in rosso). / Universi qui te - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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