Introito "Cibavit eos ex adipe frumenti". motivi decorativi vegetali con delfini
miniatura
1490 - 1495
Dai Libri Francesco (1450 Ca./ 1503-1506)
1450 ca./ 1503-1506
Dai Libri Girolamo (1474/ 1555)
1474/ 1555
Pagina isolata di manoscritto membranaceo. Sul recto sola scrittura ("In sollemnitate Corporis Christie Introitus") e notazione. Sul verso, grande "C" verde, ornata sul lato sinistro da tre sfere, le due estreme azzurre con puntini bianchi, la centrale verde. L’iniziale è istoriata con la Consacrazione dell’ostia, entro un rettangolo di lamina d’oro e sormontata da due delfini. Sull’ampio margine sinistro un candelabro azzurro con due putti. Il testo è tratto dal "Missale Romanum, Dominica I post Pentecosten, communio | In sollemnitate Corporis Christi", introito. La lineazione si compone di cinque righi musicali con tetragramma rosso e notazione quadra in inchiostro bruno (scriptor Maestro B)
- OGGETTO miniatura
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MATERIA E TECNICA
ORO
pergamena/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Dai Libri Francesco (1450 Ca./ 1503-1506)
Dai Libri Girolamo (1474/ 1555)
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La pagina staccata faceva parte di un graduale proprio del tempo in più volumi. In particolare, apparteneva al graduale del tempo dalla Pentecoste, di cui costituiva la carta n. XXVII. Si tratta di una festività solenne, che cade, però, sul verso della XXVII carta del graduale, pertanto, senza fare ricorso ad un fregio perimetrale, riservato al frontespizio del volume, il compito di dare la necessaria enfasi alla ricorrenza viene affidato agli elementi decorativi aggiunti alla semplice iniziale. Porre accanto ad una lettera capitale due delfini e accostarvi un lungo candelabro è invenzione già incontrata nelle miniature di Francesco Dai Libri, che con ben altro vigore l’ha posta in essere nelle pagine elegantissime degli Statuti dei Mercanti. In quel codice, significativamente condizionato dalla cultura umanistica e antiquaria dei committenti, le iniziali sono capitali lapidarie prismatiche; qui la magra iniziale "C" ha un impianto gotico, come in tutti i cuttings Dai Libri provenienti da testi liturgici, ma la struttura, con tre sfere sul lato curvo, ne fa un caso unico. Trasferire gli elementi di origine antiquaria in un testo del tutto estraneo non può che essere stata fantasticheria di Francesco, che attraverso la conoscenza – se non si può dire frequentazione – di personaggi come i Banda, i Diedo, i Moscardo, Panteo, di quella cultura era arrivato a lambire almeno i segni esteriori, e a includerli nel repertorio. Ciò non vuol dire che l’esecuzione sia di Francesco, anzi. Una certa asciuttezza di eloquio, un uso dell’elemento cromatico controllato, contrario al capriccio di Francesco di abbondare sfumando l’uno nell’altro colore, fondato sui tre soli toni: azzurro, verde e oro, se si eccettua lo squillo necessariamente festivo della pianeta rossa (che dovrebbe essere bianca) farebbero propendere per Girolamo, come autore almeno della parte istoriata dell'iniziale. Di certo, scriveva Gino Castiglioni nel catalogo generale del Museo di Castelvecchio (2010, pp. 313-315), chi ha dipinto questa scena è memore e in parte autore degli ascetici monachelli glabri che compaiono ripetutamente nelle carte miniate, cospargendole di fervore (invv. 1376-B310, 4428-1B1729, 4469-1B1770; New York, Metropolitan Museum, Rogers Found 12.56.4). Si può pensare che sul finire del Quattrocento, l’abbazia di Santa Maria in Organo rinnovasse i graduali del "Proprium Missarum de tempore", e che i volumi fossero almeno tre, con inizio rispettivamente dalla Prima Domenica d’Avvento, dalla Domenica delle Palme, dalla Pentecoste. Per la datazione vengono in aiuto l’analisi stilistica e gli antifonari di Castelfranco Veneto (Castiglioni 1985, pp. 17-25), datati 1500-1503, miniati da un maestro nell’atelier Dai Libri con iniziali non figurate. Sfogliando i superstiti registri dei conti di Santa Maria in Organo, si hanno notizie di alcuni pagamenti per miniature. Francesco Dai Libri, nel 1491, riceve un cospicuo compenso in natura: sette minali di frumento (Rognini 1986, p. 180 nota 39), successivamente, e ripetutamente, tra luglio 1495 e marzo 1496, è pagato con denari contanti. Anche a Girolamo sono fatti versamenti tra luglio e agosto 1495 (Canossa 1911, p. 39). I registri non menzionano apertamente alcun graduale, silenzio che tuttavia non induce a rifiutarne la possibilità. (da Gino Castiglioni 2010, pp. 313-315)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717590
- NUMERO D'INVENTARIO 1465
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI sul recto - [Narrabo omnia] mirabilia tua leta/bor et exsultabo in te / psallam nomini tuo al/tissime. (in rosso) / In sollemnitate Corporis Christi. / Introitus XXVII - gotica libraria -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0