La lavorazione del metallo

a cura di Luisa Vietri, pubblicato il 22/02/2022

Fermo immagine, realizzazione di una roncola al maglio e all'incudine (XXI), Veneto, BL, BORGO VALBELLUNA, Mel, ICCD_MODI_8174772164641 Catalogo generale dei Beni culturali, Beni Culturali Standard (BCS)
Fermo immagine, realizzazione di una roncola al maglio e all'incudine (XXI), Veneto, BL, BORGO VALBELLUNA, Mel, ICCD_MODI_8174772164641

dal Catalogo

Forgiatura, martellatura, fusione, tornitura e cesellatura sono le principali tecniche di lavorazione del metallo rappresentate in questa selezione di schede MODI-AEI. Altre schede sono dedicate alle tecniche dell’oreficeria (filigrana, lavorazione a sbalzo) e della mascalcìa (ferratura). 

 

Di particolare interesse sono la produzione artigianale dei ramai di Force (AP) e lo studio dei ritmi di lavoro dei fabbri ferrai in Sicilia.

 

La lavorazione del rame nel piccolo borgo di Force – conosciuto come il “paese dei ramai” – è documentata dalla fine del 1500 e diverse sono le ipotesi avanzate sulle sue origini. Nel XIX secolo la produzione di manufatti ornamentali, da lavoro e di uso domestico in rame divenne la principale risorsa economica del paese: stando a fonti archivistiche del 1892 risulta che in quell’anno erano attive 28 botteghe di ramai, nelle quali erano occupati 66 operai. Questa produzione artigianale durò fino alla metà del secolo scorso: dopo la seconda guerra mondiale, con l’avvento della produzione industriale, essa subì una drastica riduzione; nell’attualità sono attive solo poche botteghe nel centro storico del paese. Nel 2003 è stato realizzato e pubblicato un lavoro di ricerca sul “baccaiamento”, il gergo di lavoro utilizzato in passato dai ramai forcesi, e nel 2005 è stato inaugurato il Museo del rame e dei ramai.

 

Le attività dei fabbri ferrai siciliani sono state analizzate all’interno di alcuni studi etnomusicologici dedicati alle tecniche di sincronizzazione del lavoro all’incudine, alla produzione di una varietà di ritmi di lavoro e alla competenza musicale dei fabbri stessi. Secondo tali studi esiste una continuità sonora tra ambito tecnico e ambito espressivo: a seconda delle dimensioni del ferro e del tipo di pezzo in lavorazione, sono stare riscontrate variazioni nella tipologia e nel peso degli attrezzi scelti (martelli e mazze) e, di conseguenza, variazioni nella successione di accenti del ritmo prodotto. Sono stati distinti i ritmi in tre (un martello e due mazze) dai ritmi in quattro (un martello e tre mazze). Tra le fasi di lavoro è stata rilevata in particolare la tipica #appiddatina# o #appellatina#, che consiste nel battere a tempo alcuni colpi sull’incudine al fine di sincronizzare la battitura sul ferro.

Bibliografia

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Giammarco Ernesto, Il gergo dei ramai di Force, Abruzzo, a. XI, n. 1, 1973 , p.

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